L’uscita allo scoperto, dopo qualche settimana di chiacchiericcio nei corridoi giusti, nel documento dei sei esponenti di maggioranza che a Toma avevano chiesto di aspettare la metà del mandato, a novembre, per riattribuire l’assessorato alla Lega. Il loro (di Micone, Di Lucente, Romagnuolo, Calenda, D’Egidio e Cefaratti) era un no all’esterno anche perché la maggioranza era già passata per le ‘forche caudine’ dell’abrogazione della surroga.
Se non ci darà ascolto, la sintesi della loro posizione rispetto a Toma, daremo vita a un polo civico pronto a dire la sua. Eccolo, il polo civico. Da qualche giorno quindi, uscito dalla clandestinità dei ‘bene informati’, del progetto si parla.
A domanda dei cronisti, ieri Toma ha risposto: non so cosa sia, vorrei saperne di più, ma nelle Regioni la forma di governo è presidenziale. Insomma, col presidente cadono tutti…
La nomina di Marone in giunta, per rispetto del patto con il Carroccio ma a questo punto Toma non ha rispettato un patto coi sei – per dirla con Filomena Calenda «ci sentiamo presi in giro» – non è piaciuta neanche a Paola Matteo, ex surrogata come Scarabeo, Tedeschi e Nico Romagnuolo, che su Facebook inaspettatamente mercoledì sera ha scritto: «Nella storia ci sono state tante donne coraggiose, grandi protagoniste delle politiche nazionali e internazionali. Donne straordinarie che si sono distinte nel mondo della finanza, dell’economia, della medicina ma soprattutto della politica. Ognuna con il proprio stile, con la propria bellezza e con le proprie idee Solo in Molise, viene negata la presenza delle donne all’interno della giunta regionale. Dopo tante battaglie portate avanti, con forza, in Consiglio regionale a favore dei diritti femminili e delle pari opportunità, non posso assolutamente accettare scelte così maschiliste da parte del presidente della Regione Donato Toma».
Prima dei non eletti di Orgoglio Molise, Paola Matteo è stata fra le truppe lealiste fino alla fine. Anche dopo essere tornata a casa. Ora invece esce così duramente allo scoperto. Altro segnale che qualcosa è cambiato? Che il giro di boa coincide davvero con la tentazione di costruire una successione ‘diversa’ a Toma? Le indiscrezioni raccontano questo: di ragionamenti in corso, cioè, fra pezzi di centrodestra, Pd e perfino 5 Stelle, naturalmente pure ambienti ioriani. Insomma, una coalizione extralarge…
C’è questo dietro il polo civico proposto dai sei? «Per ora – tiene i piedi per terra Calenda – ci sentiamo e coordiniamo per decidere le azioni consiliari…».

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