Dopo i concorsi, le stabilizzazioni. All’Asrem si sta lavorando per attivare questo percorso in relazione a due possibilità normative: la legge Madia e la finanziaria 2022 del governo Draghi che consente di valorizzare anche il lavoro alle dipendenze di enti del servizio sanitario nazionale durante l’emergenza Covid.
Per gli infermieri l’iter avrà anche l’obiettivo di colmare la carenza non risolta con la selezione a tempo indeterminato giunta alle battute finali. Dal 23 giugno, infatti, sosterranno gli orali i 135 idonei che hanno superato la prova scritta svoltasi il 27 aprile a Roma. Ma il fabbisogno dichiarato dall’azienda di via Petrella nel piano assunzionale è di 200 unità. La graduatoria, che avrebbe dovuto scorrere rispetto ai 45 posti messi a bando, sarà quindi insufficiente.
Una volta assunti i vincitori del concorso, auspicando che siano 135 e che tutti accettino di venire in Molise, si procederà con le stabilizzazioni. Sono circa 30, secondo stime dei diretti interessati, coloro che hanno maturato i requisiti previsti dalla legislazione emergenziale – 18 mesi di servizio maturati entro il 30 giugno 2022 –, infermieri che hanno lavorato per altre Asl, che hanno attivato contratti a termine già all’inizio della pandemia, e poi si sono trasferiti in Molise, dove l’Asrem ha invece scelto la via del reclutamento a partita Iva per un anno e solo nella primavera 2021 ha bandito un concorso a tempo determinato. Pochi altri, secondo calcoli informali del sindacato Fials, quelli che possono essere stabilizzati ai sensi dell’articolo 20 della legge Madia. «Ad oggi sono in servizio 204 infermieri con contratto a termine, prorogati fino al 31 dicembre. Venti di loro sono fra gli ammessi all’orale del concorso a tempo indeterminato. Quindi, se tutti i 135 idonei saranno assunti, dobbiamo considerare che in realtà avremo 115 unità in più nei nostri ospedali. Sommando gli altri infermieri stabilizzabili – lancia l’allarme il segretario della Fials Carmine Vasile – a mio parere rimarranno comunque 50-60 posti scoperti. Ribadisco perciò che l’azienda deve già adesso porsi questo problema e trovare soluzioni. Soprattutto, i 184 infermieri che stanno dando il loro contributo alla sanità pubblica del Molise e che non sono fra i vincitori del concorso di aprile non possono essere licenziati, rimandati a casa, a fine dicembre. Non possiamo rinunciare alla professionalità che hanno acquisito, né dare loro il benservito dopo i sacrifici che hanno affrontato negli anni della pandemia, a maggior ragione se con gli strumenti messi in campo e con quelli che si stanno per avviare i vuoti in organico rimarranno comunque».
L’argomento ‘stabilizzazioni’ è tornato d’attualità in via Petrella anche perché la manovra finanziaria approvata da Palazzo D’Aimmo, e modificata sul punto da un emendamento dell’ex presidente Iorio, ne prevede l’attivazione in Regione, negli enti strumentali e all’Asrem. E non riguarderà solo gli infermieri. Per quanto attiene alla legge Madia, ad esempio, la struttura commissariale ha già dato l’ok anche per collaboratori e assistenti amministrativi, oltre che per i dirigenti veterinari. Mentre rispetto alla platea dei precari Covid, dovrà fissare, come prevede la legge di bilancio nazionale, dei criteri di priorità. Perché alle stabilizzazioni dell’azienda sanitaria molisana potrebbero, in teoria, partecipare da tutta Italia.
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