Vertice al ministero della Salute sulla situazione della sanità molisana. «Abbiamo avuto modo di chiarire come stanno le cose, l’esatta fotografia di ciò che possiamo fare sia rispetto alle risorse a disposizione sia rispetto alle regole del gioco», ha sintetizzato a margine il presidente della Regione che è anche commissario.
Al capo di gabinetto del ministro Schillaci, il governatore ha ribadito che con la quota attuale di finanziamento del servizio sanitario (l’anno scorso 601 milioni, mentre per il 2022 ne arriveranno 608) non si riesce a garantire tutte le prestazioni che i molisani richiedono e non al livello di qualità e sicurezza che servirebbe. Oltre ad azzerare il debito, ha spiegato Toma al dicastero, è necessario assicurare più risorse al Molise in maniera costante per evitare che, cancellata la ‘vecchia’ zavorra non se ne riformi una nuova.
«Per quanto riguarda i tetti di spesa e la gestione del budget, la decisione sulla modifica è politica. Se non cambiano le norme, noi come commissari non possiamo muoverci diversamente da come stiamo facendo», ha proseguito il presidente.
Un primo confronto con i nuovi inquilini di Lungotevere Ripa, dunque. Insieme a Toma era presente anche il sub Giacomo Papa. Al termine della riunione il ministero non ha già fornito riscontri ma la presa di contatto e l’avvio di una valutazione del dossier Molise ci sono stati. Sullo sfondo c’è sempre la richiesta, avanzata dal governatore appena dopo l’insediamento della premier Meloni e del Consiglio dei ministri, di un tavolo politico sulla sanità molisana che veda partecipi la Meloni e i titolari di tutti i dicasteri interessati al commissariamento: quindi Giorgetti (Economia), Schillaci (Salute) e Calderoli (Autonomie regionali). Da Roma non è ancora arrivata una convocazione, ma magari dopo il vis à vis di ieri qualcosa si muoverà.

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