La spesa per gli ospedali molisani è la più alta d’Italia: 1.436 euro per ogni cittadino. Record con cui fa il paio l’altro, quello che nessuno vorrebbe. Gli ospedali molisani, lo dice il sistema di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza (dati 2021), sono i peggiori del Paese.
In sanità come nella vita, commenta Gianni Trovati sul Sole 24 Ore di ieri, i soldi non danno la felicità. Non è solo una questione di risorse che arrivano da Roma, dunque. Ma anche (forse soprattutto) di come si spendono. Pillole di verità, che i molisani vivono sulla propria pelle tartassati come sono da 14 anni di commissariamento a causa del disavanzo sanitario e privati di servizi importanti in nome di un rientro dal debito mai compiuto. E che la Corte dei Conti nazionale (sezione Autonomie) ha messo nero su bianco nelle 436 pagine del rapporto sui bilanci regionali analizzato ieri dal quotidiano di Confindustria.
I magistrati hanno messo a confronto i risultati ottenuti dai servizi sanitari locali col nuovo sistema di salvaguardia dei Lea e il costo dell’assistenza nei loro bilanci (diviso poi per gli abitanti). Nel 2021 le Regioni bocciate in tutte o almeno in una delle aree monitorate (prevenzione, sanità territoriale e ospedali) sono sette: Valle d’Aosta, Provincia di Bolzano, Sardegna, Molise, Campania, Calabria e Sicilia.
Il Molise è andato bene nell’area prevenzione (82,99 punti e la sufficienza è 60), la spesa pro capite è la seconda in Italia però: 156 euro. Meno bene sul territorio ma promosso (65,50) a fronte di una spesa di 1.117 euro per ogni cittadino (in questo caso è fra le più basse). Emblematico invece il dato sugli ospedali: 48,55 di punteggio, il più basso del Paese “contro” i 1.436 euro di spesa pro capite. La performance migliore è quella della Provincia di Trento: 96,52 punti e 1.191 euro di spesa. Bene anche l’Emilia Romagna: 95,50 e 1.067 euro. Il costo più basso è quello degli ospedali della Sicilia (promossa con 75,29 punti): 875 euro per ogni residente.
Il massimo sforzo con il peggior risultato: un viatico pesante per la nuova governance dell’Asrem. Attivare il controllo di gestione, che rientra fra le priorità del dg Di Santo, sarebbe già un punto di partenza per capire quanto costa e quanto produce ogni struttura.
ritai

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