«La lettera ricevuta dai ‘primari’ è uno stimolo a lavorare sempre meglio e sempre più in maniera concertata. I direttori delle strutture complesse sanno che il management dell’Asrem sta già agendo, anche se lo fa in silenzio e senza pubbliche dichiarazioni».
Il dg dell’azienda sanitaria Oreste Florenzano smorza la polemica nata dalla nota con cui i direttori delle unità operative rispondevano all’inoltro – da parte sua e della direttrice sanitaria Scafarto – della checklist aziendale a cui conformarsi per riattivare i servizi ordinari dei reparti e degli ambulatori nella fase 2 dell’emergenza Covid. I primari in sostanza lamentavano: la direzione scarica su di noi competenze che sono del datore di lavoro, cioè dell’Asrem.
Con una nuova missiva, rivela il dg, gli hanno spiegato lo spirito della prima: «Uno spirito di profonda collaborazione, tesa ad ottenere chiarimenti per adeguare le linee guida, non di certo per innescare una polemica mai esistita». In un’azienda sanitaria, aggiunge l’avvocato al vertice di via Petrella da fine febbraio, è prassi parlarsi attraverso lettere.
«Chi vive nel ‘mondo sanitario’ avrà sorriso nel vedere la strumentalizzazione che è seguita.
Una distorsione di normali rapporti interni che fa male a tutti. Fa pensare ai molisani che esista un momento di confusione, di scarso dialogo tra i vertici dell’azienda e i direttori delle strutture complesse. Nulla di più lontano dalla verità. Fa male anche perché il lavoro di tutte le donne e tutti gli uomini dell’Asrem in questi mesi di forte emergenza è stato enorme, corale e a tutela dell’unica cosa che conta per noi: la salute dei molisani».
Non c’è da replicare, aggiunge Florenzano, perché non c’è contrapposizione. «È un dialogo costante e sempre pieno di stimoli, come hanno ribadito anche loro. Ciò che c’è da cambiare verrà modificato insieme, cogliendo i suggerimenti arrivati. A chi vuole strumentalizzare a tutti i costi, vorrei spiegare ancora una volta che la strategia che Asrem ha scelto finora è quella che meglio si addice alle nostre strutture e al nostro territorio peculiare». Al Cardarelli, hub misto, «non c’è stata una sola infezione ospedaliera in tutta la gestione pandemica», merito della «professionalità di tutte le donne e di tutti gli uomini di Asrem, sommata alla strategia decisa». Questo risultato, dice, «sovrasta ogni polemica. E ogni appunto che dall’esterno continua ad arrivare. Il Cardarelli non è un covo per il coronavirus. È un ospedale con percorsi differenziati, con protocolli dedicati alla situazione particolare (e soprattutto nuova), con una gestione adeguata, con misure di sicurezza all’altezza».
Polemiche, il direttore le ha viste anche in merito all’incidente che ha coinvolto un 46enne stabilizzato e operato al Cardarelli e trasferito al Gemelli – dopo essere stato sottoposto a tampone – per la terapia intensiva (che al Cardarelli è Covid al momento). «A chi dice che non è stata fornita l’adeguata assistenza, rispondono direttamente i documenti. Ciò su cui va focalizzata l’attenzione ora è sul fatto che stiamo lavorando per perfezionare la nostra strategia, già vincente nella fase acuta. Gli annunci del giorno prima, però, non sono mia abitudine: la soluzione sull’hub Covid verrà illustrata nel dettaglio nei tempi e nei modi opportuni», conclude Florenzano.

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