Il quarto commissario della storia, lunghissima, del piano di rientro della sanità del Molise arriva in via Genova per l’insediamento molto presto: 8.30, dicono le vedette.
È anche il primo commissario donna, Flori Degrassi. Poco dopo di lei varca la soglia del suo nuovo incarico, dopo una prima volta informale la settimana scorsa, Annamaria Tomasella, la sub.
Riunione operativa, blindata e inaccessibile, anche questa lunghissima. Le due inviate del governo, scelte dal ministro Speranza la prima (con Zigaretti nel Lazio ha diretto la dg Salute e alcune delle Asl più importanti) e indicata dal Mef la seconda (ex direttore amministrativo dell’Asl Marca Trevigiana per cui è facile accostarla alla Lega e in particolare a Zaia), si sono confrontate con il direttore generale Lolita Gallo. E solo con lei. Al passaggio di consegne non c’erano i predecessori, né Angelo Giustini – dimissionario qualche giorno dopo la notizia che è indagato per omissione di atti e abuso d’ufficio per la gestione dell’emergenza Covid – né Ida Grossi che ha formalizzato il suo passo indietro qualche giorno dopo il generale. Ma non sarebbe una sorpresa se rimanesse, pur in altra veste. La voce è ricorrente in queste settimane ed è alimentata anche dai complimenti pubblici o quasi che il governatore le indirizza per la gestione della campagna vaccinale (Grossi ha coordinato la cabina di regia).
Campagna vaccinale che è solo uno dei tanti dossier sul tavolo metaforico della nuova struttura. E, per quanto non semplice, non è dei peggiori da affrontare. Le priorità sono altre. Certo, la gestione dell’emergenza Covid e i nodi da sciogliere, per esempio il centro hub dedicato accanto al Cardarelli i cui lavori ancora non partono. Ma, come è evidente dal decreto di nomina, l’affanno maggiore è quello dei conti, con un disavanzo tornato oltre i 100 milioni e quindi la questione spinosa dei mancati trasferimenti dal bilancio della Regione a quello della sanità, senza dimenticare il tema dei rapporti con i privati (budget e tetto per l’extra budget, in decreto c’è anche il richiamo della possibilità di sospendere gli accreditamenti in caso di rifiuto alla sottoscrizione dei contratti). Poi, la programmazione con il nuovo piano operativo mai adottato da quando sono stati nominati Giustini e Grossi e che ha una vigenza formale 2019-2021 (per comprendere in che ritardo siamo). E la fissazione degli obiettivi al dg Asrem in relazione al piano di rientro. Mandato preciso, e titanico, con qualche potere in più per attuarlo.
Stamane una riunione coi digenti della dg Salute e poi il primo confronto ufficiale col governatore Toma. Quello in agenda ieri, nel tardo pomeriggio, è stato rinviato.
ritai

 

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