Non si placa il tono della polemica in città dopo la seduta di Consiglio di venerdì scorso, nel corso della quale sei esponenti di maggioranza, con il voto favorevole del consigliere di minoranza Carlo Perrella, hanno approvato il bilancio di previsione. Bilancio, peraltro, predisposto dal commissario ad acta nominato dalla Prefettura di Campobasso.
Eppure, che Carlo Perrella avesse votato il documento era più o meno noto. Anche da queste colonne era più volte trapelata l’indiscrezione.
Ieri mattina, dopo gli interventi delle ore passate e una nota ufficiale, Massimo Romano, candidato sindaco della lista con cui si era presentato agli elettori di Bojano anche Carlo Perrella, ha pubblicato un post sul suo profilo Facebook dal titolo che è tutto un programma: «Quaglie e sciacalli». Romano non risparmia ulteriori critiche a Perrella, ma sferza con vigore anche gli – come li definisce lui – «sciacalletti travestiti da soloni» e i 5 Stelle.
«7 a 6: è finita con un solo voto di scarto – quello di Carlo Perrella, fino a ieri componente del nostro gruppo di opposizione – la votazione sul bilancio di previsione in Consiglio comunale a Bojano. L’ago della bilancia: se avesse rispettato il mandato elettorale – scrive Romano -, restando all’opposizione, l’esperienza politica più che fallimentare del sindaco Di Biase sarebbe finita dopo un solo anno di vita trascorso inutilmente e senza risultati, decretandone l’inadeguatezza amministrativa e mandando un segnale politico chiaro al suo demiurgo, il governatore Frattura. Ma purtroppo non è andata così. Il voto-stampella è tanto più deprecabile perché, oltre a rinnegare la volontà dei cittadini che hanno votato la nostra lista civica comunale, proviene da un esponente politico regionale che siede ai tavoli del centrodestra, portando con sé una carica di ambiguità della quale risponderà ai suoi elettori e ai suoi alleati di coalizione: fingeranno che sia tutto normale, come è prassi consolidata per i noti doppiogiochisti di Forza Italia e di Patriciello che governano con il centrosinistra di Frattura, oppure ne prenderanno le distanze? Lo vedremo. Il mio gruppo era e resta all’opposizione: non siamo interessati a posti nell’esecutivo né ad altro perché l’azzeramento della giunta non potrà che prolungare l’agonia e la paralisi amministrativa del Comune. In ogni caso, il voto di “fiducia” al sindaco è incompatibile, irrimediabilmente, con la permanenza nel nostro gruppo, perché la volontà degli elettori non si monetizza in altre direzioni. Non sarà una singola defezione individuale a compromettere la qualità e la reputazione di un gruppo di persone che ha partecipato a un progetto civico premiato con 1.700 voti. Progetto che, infatti, prosegue nel solco tracciato. Ciò detto, non prendo lezioni su come si selezionino i candidati, né dagli sciacalletti travestiti da soloni men che mai dai grillini: a livello nazionale potremmo scrivere un’enciclopedia su tutti i voltagabbana a cinque stelle, mentre sul piano strettamente cittadino mi limito a ricordare che sono stati capaci di candidare nella stessa lista addirittura madre e figlio… O si trova un modo per arginare gli effetti deleteri dell’assenza del vincolo di mandato oppure il cambio di casacca diventerà la regola di condotta. Il tradimento, ad ogni modo, rimane un fatto imputabile a chi lo compie, non a chi lo subisce e ne è vittima: gira voce – conclude l’ex consigliere regionale – che anche Gesù Cristo ci sia cascato con il tredicesimo apostolo…».

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