Una nuova accusa, pesantissima, per Federico Zeoli, il 25enne di Vinchiaturo rinchiuso da un mese nel carcere di Velletri per aver picchiato e ridotto in fin di vita la figlia della compagna di appena 22 mesi. L’indagine coordinata dalla Procura di Velletri ha avuto un macabro sviluppo: la piccola sarebbe stata vittima anche di violenze sessuali. Un’accusa addebitata al giovane di Vinchiaturo che venerdì scorso è stato interrogato dal magistrato e si è avvalso della facoltà di non rispondere, come concordato con il suo avvocato Silvio Tolesino. Il legale sulla vicenda mantiene ancora il più stretto riserbo, «non ho ancora visionato il fascicolo – si è limitato a commentare – ma il mio assistito, durante il nostro colloquio, ha respinto categoricamente questa accusa».
«Mi prendo quello che è mio», ha detto Zeoli al legale riferendosi al raptus di follia che lo avrebbe spinto a scagliarsi contro la piccola. Del resto il giovane ha confessato subito dopo l’arresto di aver picchiato la bambina perché non smetteva di piangere. «Ma questo no, è un fulmine a ciel sereno, cercate altrove», si è sfogato con il suo legale. La violenza sulla piccola è emersa dalle successive visite mediche a cui è stata sottoposta dopo il ricovero nel reparto di Rianimazione del Bambin Gesù. Abusi certificati dai medici su cui però anche l’avvocato Tolesino vuole fare chiarezza. Zeoli conviveva a Genzano con la compagna Sara, 23enne romana, e le sue tre figlie da appena due mesi. Dunque, la tesi che il legale cercherà di provare, è che le violenze siano precedenti alla loro relazione. Dietro ci potrebbe essere un’altra mano. «Per il momento siamo in una fase di attesa – ha concluso Tolesino – perché anche la Procura sta proseguendo le indagini. Solo successivamente valuterò il da farsi». L’avvocato però pensa di avviare un’indagine difensiva, muovendosi parallelamente con la magistratura per far venire a galla la verità e dare un nome ai veri colpevoli.

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