Non solo il dolore immenso e il vuoto incolmabile, ma anche un affetto straordinario che la morte non può cancellare. Soprattutto se si hanno solamente trent’anni e una vita intera davanti a sé, spezzata in quella che sembrava essere una giornata come tante altre. Finita, invece, improvvisamente da quello che sembra essere stato un arresto cardiocircolatorio. Come è successo a Francesco Civerra che quasi per un tragico scherzo del destino non è riuscito ad avvertire in tempo i soccorsi. Lui si era forse accorto del suo malore.

Nel pomeriggio per l’ultimo saluto a un ragazzo “sempre sorridente e generoso” sono arrivati in centinaia: amici, colleghi di lavoro e tanti vigili del fuoco, il corpo presso il quale lui era ‘discontinuo’, si sono voluti stringere e ‘abbracciare’ la famiglia. Proprio i suoi ex colleghi hanno portato la bara accolta da un lungo applauso fin dentro la chiesa di San Giuseppe Artigiano, piena di fiori e di palloncini bianchi e rossi. Fuori, un camion con un grande manifesto: accanto al volto di Francesco, il messaggio degli amici, “Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole… Vivrai per sempre in tutti noi e sarai tu la nostra forza. Buon viaggio, Fra”.

L’articolo completo domani su Primo Piano Molise. 

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