La sala consiliare gremita. Tra i banchi i rappresentanti delle sigle sindacali, dell’Ordine degli architetti, il presidente dell’Acem Corrado Di Niro e quello dell’Ance Cosmo Galasso, e tanti imprenditori. A loro si è rivolto il sindaco di Campobasso Antonio Battista per spiegare l’esito della ‘missione’ romana dell’Anci di martedì scorso, tesa a ‘salvare’ i 28 milioni (18 per Campobasso, 10 per Isernia) previsti nel bando Periferie ‘congelato’ con il voto al Senato. Un incontro, quello avuto in I e V commissione della Camera, solo interlocutorio, in cui i sindaci hanno illustrato le ripercussioni negative che i territori subirebbero se l’emendamento al Milleproroghe ricevesse il sì definitivo. Ma di fatto il parlamento non ha ancora assicurato nessuna modifica, né è stata ancora fissata la discussione alla Camera del decreto. Insomma, nulla è ancora deciso, ma i tempi sono stretti e la posta è altissima. Lo sa bene il sindaco di Isernia Giacomo D’Apollonio, che ha partecipato alla conferenza stampa di ieri:«Ci siamo battuti e continueremo a batterci per difendere un provvedimento che ci sta molto a cuore. A dicembre abbiamo firmato la convenzione col governo che dava risorse fondamentali per i nostri territori, per rilanciare le periferie e le aree degradate, per dare nuovo impulso all’economia locale e creare lavoro. Abbiamo progetti già avviati e per questo abbiamo già fornito la rendicontazione. Se è un problema di reperimento delle risorse – l’attacco – il governo deve essere chiaro e dircelo».
Dell’intervento studiato dal governo a trazione Pd ne avrebbero beneficiato 96 Comuni italiani in cui risiedono quasi 20 milioni di italiani, per 1.625 interventi da realizzare sul territorio di 326 comuni complessivi. Un investimento di questa portata a livello nazionale, utilizzando i parametri dello studio Ance-Istat, potrebbe generare un valore economico di 9 miliardi di euro (tra settore edile e indotto) e una ricaduta occupazionale di 42 mila posti di lavoro. Insomma, una manna dal cielo per un territorio in crisi come il Molise.
Battista non usa mezzi termini per definire l’azione del governo gialloverde: «Un emendamento portato a termine di notte, e sono d’accordo con il presidente Anci Decaro – ha sottolineato Battista – che ha parlato di furto portato a termine con destrezza, per altro votato da tutti, anche dal Pd. Le prossime ore – riferendosi all’imminente voto alla Camera – saranno decisive per capire chi si è lasciato abbagliare da questo provvedimento. Lo scorso 17 dicembre siamo andati a Roma, ci hanno fatto fare la foto con la fascia tricolore e abbiamo firmato una convenzione registrata dalla Corte dei Conti. E adesso?», l’accusa di Battista. «C’è stato uno strappo di lealtà da parte del governo, ora noi amministratori di chi possiamo fidarci? In politica – la dura chiosa – la priorità è la lealtà nei confronti delle istituzioni al di là delle bandiere e dei colori».
L’intoppo che ha spinto il governo a congelare i finanziamenti (salvando però i progetti esecutivi dei primi 24 Comuni della graduatoria) è nato da una sentenza della Corte costituzionale che, accogliendo un ricorso della Regione Veneto, ha stabilito che il governo centrale non può emanare risorse direttamente ai Comuni senza ‘passare’ per le Regioni. «Ma allora – la domanda provocatoria di Battista – invece di congelare la tranche di fondi destinata ai comuni, non era più semplice coinvolgere anche le Regioni? Bloccando le risorse noi saremo costretti a fare i conti innanzitutto con un danno erariale, poi con debiti fuori bilancio e ci ritroveremo con atti amministrativi nulli, visto che gli 8 interventi del bando periferie sono stati inseriti anche nel piano triennale delle opere pubbliche».
Per questa ragione Palazzo San Giorgio non esclude di ricorrere al Tar come hanno già annunciato di fare numerosi sindaci italiani se l’emendamento non verrà modificato.
Ad ogni modo per Battista la situazione non è ancora irrimediabilmente compromessa: «Lunedì mattina avremo un incontro con la delegazione parlamentare molisana, che sono certo difenderà in parlamento le istanze di Campobasso e Isernia. Contestualmente continueremo il lavoro di comunicazione con il governo e metteremo in campo tutte le azioni necessarie per evitare di perdere le risorse».
Attualmente il Comune di Campobasso ha approvato solo due progetti esecutivi degli 8 interventi complessivi previsti dal bando: quello della pista ciclopedonale, affidato a Liberato Teberino, e quello per gli orti botanici. «Se non arriveranno i finanziamenti – ha precisato l’assessore all’Urbanistica Bibiana Chierchia – il Comune dovrà pagare di tasca propria. Ad ogni modo, noi entro il 15 settembre invieremo al governo i progetti e ci aspettiamo di ottenere, come fissato dalla convenzione sottoscritta a dicembre, il 20% del finanziamento totale».
«Sono sconcertato da questo boomerang che il governo ha lanciato – ha infine commentato il presidente dell’Acem Corrado Di Niro – mi sarei aspettato una azione diversa visto che in campagna elettorale si è parlato di lavoro, di rilanciare l’economia e di aiutare le imprese. Questo provvedimento va esattamente dalla parte opposta».

md

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.