Nella Piana di Venafro ci si ammala più che nel resto della regione Molise. A certificarlo è lo studio condotto dal dottor Fabrizio Bianchi, un vero esperto in materia: ricercatore Cnr dal 1984, tra le altre cose è responsabile dell’Unità di Ricerca epidemiologia ambientale e Registri di patologia presso l’Istituto di Fisiologia clinica del Centro nazionale delle ricerche di Pisa.
I dati sono stati presentati dall’Isde Molise (con il presidente regionale Bartolomeo Terzano) e dalle Mamme per la salute e l’ambiente, con il patrocinio del Comune di Venafro, l’altra sera presso l’ex palazzo Armieri.
Tantissimi i cittadini accorsi per conoscere la situazione, molti dei quali rimasti anche fuori dalla sala convegni, segno che la tematica è molto sentita in città e non solo. Presenti infatti oltre a medici, consiglieri regionali e parlamentari, anche amministratori dei comuni dell’hinterland.
In particolare, lo studio epidemiologico descrittivo ha indagato mortalità e ricoveri dal 2006 al 2013 su dati Istat e della Regione confrontando la situazione della Piana (Venafro, Pozzilli e Sesto Campano) con il resto del Molise. Ebbene, o meglio male, un pur prudentissimo Bianchi ha rivelato che sono saltati fuori «eccessi di mortalità soprattutto per malattie del sistema circolatorio e malattie respiratorie, in misura simile tanto per gli uomini che per le donne». Un dato, quest’ultimo sull’assenza di differenze di genere, ritenuto «importante». Dunque, non tanto tumori bensì «morti per malattie cerebrovascolari del 50% in più tra gli uomini e del 33% in più tra le donne rispetto al resto della regione».
Situazione meno grave ma non rassicurante pure per la mortalità per malattie cardiovascolari: 18% in più uomini, 10% in più donne.
Così come la «mortalità totale anche risulta in eccesso, soprattutto per tumori nelle donne: verificato un 20% in più per tumore alla mammella».
Insomma, nessun allarmismo da parte del ricercatore del Cnr. Però «c’è effettivamente un problema, non tanto sui tumori ma per quanto riguarda le malattie cerebrovascolari e respiratorie croniche». Nessuna risposta sul perché, sulle cause. Da scienziato, Bianchi ha ammesso che «non possiamo dare risposte con questi dati. Lo studio condotto è di tipo ecologico, descrittivo, ne serve uno eziologico per capire le cause». Dunque, occorrerà indagare uno per uno i casi collegandoni con piccole porzioni del territorio, uno studio microgeografico per avere delle risposte precise. Lo studio commissionato dalla Regione ma poi “avocato” dall’Isde (Medici per l’Ambiente) che ha sciolto la convenzione con l’ente di Campobasso che, per vari motivi, non voleva più pagare l’analisi rappresenta un punto di partenza. O di ripartenza.
Certo, la «letteratura scientifica è concorde che tali malattie sono legate all’inquinamento ambientale, ciò è ampiamente documentato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, ma non possiamo dire che siano da mettere in relazione in modo biunivoco. Questo studio – ha precisato Bianchi – dà una traccia ma non dice quale sia la responsabilità esatta. Occorre indagare. Comunque, anche per i ricoveri in ospedale c’è un eccesso rispetto al resto del Molise sia per le malattie cardiovascolari che circolatorio che respiratorio. Non è una situazione di disastro ma sussistono elementi di rischio degni di preoccupazione», ha concluso la sua dettagliata relazione il ricercatore del Cnr di Pisa.
Nel corso della conferenza è emerso pure che, con il tipo di studio condotto, non è possibile sapere con certezza se ci sia qualche tipo di tumore che dà eccessi rispetto al Molise.
Si è parlato anche di Registro dei tumori, ma lo stesso Bianchi ha ammonito: «Sicuramente serve, ma non basta, nel senso che i tumori hanno una latenza anche di 15 anni pertanto se vogliamo conoscere la situazione sanitaria del territorio occorre utilizzare pure altre strade».
Diversi gli interventi da parte del pubblico. Tanti anche i rappresentanti delle istituzioni che hanno voluto prendere la parola. Tra questi, il sindaco Alfredo Ricci che si è formalmente impegnato a sostenere e finanziare («per la quota che potremo offrire») lo studio eziologico che potrà fare davvero chiarezza sulle cause di questo, ormai certificato, eccesso di malattie nella Piana. A prendere la parola è stato anche il consigliere regionale Antonio Tedeschi il quale ha annunciato: «Abbatteremo l’emissione di inquinanti». Non solo però inquinamento da industrie e inceneritori si è discusso bensì anche da traffico e riscaldamento domestico.
In sala presenti tra gli altri pure il primario Lucio Pastore, la deputata Rosa Alba Testamento, il consigliere regionale Vittorio Nola, l’ex sindaco di Venafro Antonio Sorbo. Non sono mancati momenti di tensione. Nel corso della serata sono stati tirati in ballo Asrem, Arpa e Regione che chiaramente dovranno fare la propria parte. Per lo studio eziologico occorrerà impegnare una cifra di circa 20mila euro, ma – come sottolineato da Fabrizio Bianchi – il costo si potrebbe abbassare con la collaborazione del personale e delle attrezzature di enti e istituzioni pubblici.
Vedremo ora se la politica avrà la volontà, come dichiarato, di andare fino in fondo.

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