Sulla vicenda della ‘clinica degli orrori’ è arrivato anche il comunicato stampa dei Nas che ricostruisce la vicenda.
“Dalle prime ore della mattinata – si legge – 30 Carabinieri dei Nas di Campobasso, Napoli, Bari, Salerno e Foggia con il supporto dei colleghi dell’Arma hanno dato esecuzione nelle Province di Isernia e Campobasso a 13 ordinanze cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Isernia, su richieste della Procura, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari per un medico neurologo-neuropsichiatra, titolare di una Residenza Sociale Assistenziale per anziani e malati psichiatrici della provincia di Isernia, e per infermieri ed operatori socio-sanitari per aver sottoposto i pazienti e gli ospiti in modo sistematico e continuato a maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse ed abbandono di persone
incapaci (il riferimento è al sindaco di Montaquila Francesco Rossi, ndr)”.
Simili arresti – fanno sapere dall’Arma – “giungono a conclusione di una prolungata e articolata attività di indagine avviata dai Carabinieri del Nas di Campobasso un anno fa (e coordinata dalla Procura della Repubblica di
Isernia) a seguito della segnalazione di condizioni di costrizione fisica e psicologica imposta agli ospiti-pazienti della struttura assistenziale” .
E qui arriva la descrizione del modus operandi. “Attraverso attività ed accertamenti tecnici i Carabinieri del Nassono riusciti a provare le segregazioni e i maltrattamenti a cui venivano sottoposti gli ospiti da parte di infermieri ed operatori socio-sanitari della clinica. La residenza assistenziale autorizzata per assistenza socio-sanitaria agli anziani in realtà ospitava anche giovani (dai 25 ai 40 anni) affetti da malattie psichiatriche e neurologiche con una capacità ricettiva accertata – oltre 180 ospiti/pazienti – superiore a quella autorizzata”.
Non solo. “Gli anziani con un età media di circa 75/80 anni, alcuni dei quali affetti da patologie anche invalidanti come l’Alzheimer e, quindi, non autosufficienti e i malati psichiatrici venivano chiusi a chiave e sedati per tutta la giornata senza possibilità di uscire dalle proprie stanze; fatti completamente denudare e messi in fila nel corridoio per accedere alle docce e servizi igienici in violazione della loro dignità; alcuni contenuti ai letti a mezzo di lacci per impedire loro qualsiasi movimento; percossi se non ottemperavano alle disposizioni impartite; fatti dormire, alcuni, su letti privi di materassi o su lenzuola sporche di escrementi in stanze insudiciate. Gli ospiti anziani e i malati psichiatrici vivevano in promiscuità pagando una retta mensile di 1.200 euro al titolare della struttura”, si legge ancora.
Di qui un’indagine che ha coinvolto a vario titolo 32 persone tra medici, fisioterapisti, operatori sanitari, sociali ed amministrativi della residenza assistenziale tutti indagati per le gravi condotte a danno di incapaci ed anziani indifesi con l’esecuzione di tredici arresti domiciliari.