Milioni di euro destinati al turismo, ad aumentare la capacità ricettiva di una terra dalle grandi potenzialità. Nei fatti: milioni di euro buttati al vento, elargiti a persone e ditte che dei progetti messi su carta non hanno realizzato nulla. Quei fondi li hanno probabilmente intascati e basta, oppure hanno messo su quel tanto che basta per stare a posto coi requisiti minimi, una parvenza di agriturismo o B&B. Mentre, in quel palazzo ristrutturato coi soldi dei contribuenti magari abita il figlio di chi ha ricevuto il finanziamento. Per i magistrati che stanno indagando, di tutte e tre le procure del Molise, si chiama truffa. E se, come sembra dalle indiscrezioni trapelate, il ‘padre’ in questione è un ex consigliere regionale all’ipotesi di reato si aggiunge lo sdegno.
Un’inchiesta che si annuncia ‘colossale’, quanto grande è lo sconcerto di chi ha letto le tante carte di quella che pare sia solo la prima fase. Sono i carabinieri del Nas, agli ordini del capitano Antonio Forciniti, a portare avanti un’attività investigativa molto complessa e già abbastanza risalente. I controlli, capillari e mirati, stanno procedendo da qualche tempo. Una vera e propria mappatura di tutte le strutture della regione.

L’obiettivo degli inquirenti è capire come sono stati impiegati i finanziamenti pubblici stanziati per le realtà ricettive: alberghi, bad & breakfast, locande, alberghi diffusi. Tutto sarebbe iniziato dai controlli che i militari del nucleo antisofisticazioni effettuano di routine negli agriturismi. Da quelle verifiche sono emersi elementi degni di approfondimento. Il dossier si è fatto subito corposo, l’inchiesta si è allargata a macchia d’olio. Sarebbero già cinque i casi in cui il Nas ha riscontrato che al contributo non è seguita la realizzazione del progetto presentato alla Regione per ottenere il co-finanziamento.

Emblematica la vicenda di ‘Villa del Sorriso’. Un luogo noto a chi abbia percorso, almeno una volta, la provinciale che da San Martino in Pensilis porta a Ururi. Perché resta impresso. Poco prima del centro arbereshe, in mezzo ad una distesa di colline deliziose, spunta un cancello mastodontico. Oltre, lampioni e molto verde. E la villa che avrebbe dovuto essere un hotel quattro stelle. L’edificio e il podere sono di Emilio Musacchio, stimato cardiologo e primario al San Timoteo. Sua è anche la Sport Consulting, società di servizi che ha ricevuto in totale un milione di euro per il resort di contrada Lungarella. Una vista mozzafiato si intuisce dalle foto, peccato che evidentemente nessun turista abbia potuto mai goderne. Nonostante il massiccio aiuto pubblico incassato nel 2006 – quando al governo c’era Iorio e assessore al Turismo era De Matteis (almeno fino alle elezioni d’autunno) -, la ristrutturazione non è stata completata. Eppure prima della liquidazione del contributo – ha ricostruito Primonumero.it -, il dottore portò al Comune di Ururi la dichiarazione del direttore dei lavori sulla conformità dell’opera eseguita su progetto approvato e il collaudo statico. E chiese l’agibilità. Il municipio la concesse. Era fine maggio. Musacchio la presentò alla Regione che liquidò il cofinanziamento di un milione di euro. Fondi del Por 2000-2006 destinati a supportare gli investimenti delle imprese turistiche e del turismo rurale. Passano gli anni, senza mai un controllo. Nel 2013 è lo stesso Musacchio a chiedere al Comune di Ururi un permesso di costruire per completare il resort. Da quando ha ottenuto il milione sono passati sette anni. L’autorizzazione non viene accordata. Ma in Regione del ‘fattaccio’ si prende cognizione ancora dopo e solo per l’inchiesta del Nas. Che di fatto apre gli occhi all’ente. Sembra sia stato disposto un sopralluogo, ma forse non è stato ancora effettuato. Agli atti ci sarebbe una lunga corrispondenza fra gli inquirenti e i servizi coinvolti della Regione. Il Turismo ma non solo. Si tratta infatti di fondi Ue che hanno regimi e uffici ad hoc per quanto riguarda il monitoraggio e i controlli. Si tratta di soldi di cui, inoltre, le Regioni devono rendicontare l’utilizzo a Bruxelles. Alcuni dirigenti regionali sarebbero stati anche ascoltati dagli uomini di Forciniti. Nel registro degli indagati, oltre a Musacchio, ci sarebbero anche altre persone fra cui il tecnico comunale di Ururi.

Sotto tiro, di nuovo, la filiera dei controlli della Regione Molise. Chi accede a un finanziamento comunitario produce ‘prove’ documentali sull’avanzamento dell’investimento. Possibile che nessuno si preoccupi di capire che direzione hanno preso davvero i soldi? Il convincimento degli inquirenti è che la filiera ‘prevede’ anche le verifiche. Se tutto funziona come deve, il sistema è in grado di accorgersi dei furbetti che vogliono approfittare e di intervenire revocando i contributi concessi. E infatti circolano voci secondo cui sarebbero state prodotte relazioni positive sulla realizzazione dei progetti in alcuni casi. Chi non ha visto o ha fatto finta di non vedere ora potrebbe trovarsi nei guai.

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