Domani la riunione in prefettura per fare il punto sulle misure antiterrorismo da mettere in campo sul territorio provinciale e nei suoi centri più importanti, a cominciare dal capoluogo di regione Campobasso e da Termoli.
Dopo gli attentati in Spagna e la minaccia esplicita dell’Isis all’Italia, dal ministero dell’Interno è arrivata l’indicazione di rafforzare il dispositivo, adeguando però le azioni alle specificità locali. Nessuna militarizzazione, insomma. E nelle realtà che sulla carta presentano rischi minori, come il Molise, un dispositivo più flessibile.
L’incontro fra i vertici delle forze dell’ordine e i sindaci dei principali centri servirà a una ricognizione concreta delle ipotesi in campo. Le abitudini, comunque, cambieranno anche qui in periferia. La soglia di attenzione va alzata. Per impedire l’accesso nei luoghi dove si terranno eventi o che sono ritenuti strategici si pensa a ostacoli fissi, ma non necessariamente grandemente impattanti: oltre ai più alti new jersey si pensa a fioriere, come quelle che il comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica ha deciso di installare lungo la riviera di Pescara. Barriere che possono essere utilizzate in via alternativa a seconda che si tratti di concerti o altre iniziative che richiamino grandi folle (come già accaduto per il Corpus Domini a Campobasso e per gli eventi estivi a Termoli) o invece solo di aree particolarmente sensibili.
Altro aspetto da tenere in considerazione, il controllo dei centri di accoglienza dove sono ospitati i profughi. Attività, questa, che le forze dell’ordine conducono comunque con costanza (un anno e mezzo fa la polizia arrestò a Campomarino il giovane imam che inneggiava alla Jihad) ma che ora subiranno verosimilmente un maggiore affinamento.

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