Un forte no all’Italicum, lo strumento di riforma elettorale voluto dal premier Renzi, arriva dal politico molisano Angelo Sollazzo, componente della segreteria nazionale del Psi.
In un accorato appello ai parlamentari socialisti Sollazzo ricorda come “vi sono momenti della vita in cui non si può disertare né venir meno ai principi ed ai valori a cui si è fatto riferimento da sempre. I socialisti italiani hanno pagato tributi di dolore e di  sangue per far affermare i loro principi di libertà e di uguaglianza. Nessuna mutazione genetica è possibile, nessun ripensamento può essere credibile, nessuna modifica può essere accettata e nessun dirigente nel passato, nel presente e nel futuro può essere autorizzato a cambiare i fondamentali dell’ideale socialista. Diversamente si diventa altra cosa  e nessun modernismo o riformismo, può consentire il venir meno al concetto supremo di libertà e democrazia”.
“La legge elettorale – prosegue – costituisce l’espressione più alta della partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica. Una legge per consentire il voto ai cittadini per scegliere il loro destino non può che essere proporzionale e garantista. I Costituenti  la proposero come  elemento di equilibrio e di tutela per evitare  il ritorno a derive autoritarie e fascistoidi. Di leggi elettorali truffaldine il nostro Paese ne ha avuto più di una. Negli anni 50 il Ministro Scelba  tentò di mettere il bavaglio alle opposizioni con la cosiddetta ‘Legge Truffa’. Ci furono moti di piazza e successivamente la legge fu abrogata su proposta di Pietro Nenni. Successivamente  si  provò ad evitare la possibilità di scelta  diretta da parte dei cittadini dei parlamentari assegnando ai vertici la possibilità di scegliere collegi e candidati. Poi attivò il tanto vituperato ‘Porcellum’, bocciato dalla suprema Corte. Oggi Renzi propone una legge peggiore della Scelba, del Mattarellum e perfino del Porcellum. La presunzione, l’arroganza e la strafottenza non hanno limiti”.
“Una riduzione gravissima degli spazi di democrazia”, sintetizza. Perché “non vi è giustificazione di sorta per impedire agli elettori di scegliere i propri parlamentari, né la governabilità, che con il sistema precedente non ha visto stagioni brillanti, né la lotta alle interferenze della criminalità, visto quello che è successo negli ultimi anni senza le preferenze. Il trucchetto dei soli capilista bloccati non regge e comunque non interessa i partiti minori. Lo stesso doppio turno per ottenere il premio di maggioranza, risulta un altro maledetto imbroglio. I socialisti non ci stanno. Non possono starci. Per questo i Parlamentari socialisti non possono che avere una sola scelta. Quella di dire no”.

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