Settantacinque-venticinque. Il rapporto fra sanità pubblica e privata nella proposta dei parlamentari Pd del Molise Roberto Ruta e Danilo Leva. Rapporto misurato in termini di posti letto, ché la distinzione fra i posti e il budget “è un’alchimia”, dice il deputato respingendo il metodo di calcolo del governatore Frattura che fa riferimento al ‘peso’ economico delle strutture convenzionate rispetto alla quota di finanziamento nazionale. Nel programma del commissario “il privato raggiunge quota 37% e il pubblico retrocede al 63%”. Il “massimo storico”, per i due esponenti dem. Ruta e Leva chiedono al presidente-commissario di ridurre lo spazio agli erogatori. Rafforzando le eccellenze, ribadiscono più volte.

Integrazione, è la parola d’ordine. “La sanità privata accreditata può integrarsi con quella pubblica, ma non sostituirla” . Dei posti letto ordinari per acuti, 530 li assegnano al pubblico e 183 ai privati, 64 e 23 i numeri dei posti in day hospital. Più o meno 75 e 25, cinque punti in più per il privato rispetto alla media nazionale (20%) in considerazione della presenza “di erogatori alcuni dei quali di ottima qualità”. Ma non è detto che bisogna tenersi i tanti privati che ci sono, servono scelte chiare, decidere di puntare sui migliori. “Ci convince l’idea dell’ospedale unico a Campobasso previa definizione chiara delle posizioni giuridiche, per nulla ci convince – sostengono – la sostituzione del privato al pubblico, per nulla ci convince la sostituzione del privato al pubblico come nel caso della scelta di conferire in regime di esclusività l’offerta per cardiologia e oncologia alla Fondazione Giovanni Paolo II con la conseguente chiusura dei relativi reparti al Cardarelli”. Piuttosto mettono sul tavolo “l’integrazione per prestazioni a partire dalla titolarità affidata senza equivoci al Cardarelli”.

Ripartono, nel disegnare l’idea di riordino alternativa a quella di Frattura, dal piano di ‘Ruta’, Carmine Ruta (per alcuni mesi commissario dell’Asrem, aveva prodotto una bozza di programma operativo portata al tavolo tecnico nel 2013 insieme a Frattura), perché lì – spiega Ruta il senatore – ci sono i dati epidemiologici, la domanda di salute.

Una proposta, su cui, svela Ruta, c’è stato già un confronto col presidente-commissario. È lui ora a dover decidere cosa fare. E se il senatore resta cauto, il deputato Leva non risparmia bordate al governatore. Parla di una serie di errori di Frattura, “da quella famosa Conferenza Stato-Regioni per cui il governatore, mistero della vita, non ha ancora spiegato perché non si è presentato per chiedere la deroga al Balduzzi”. Accantonato pure tutto, “non è vero che quella è l’unica strada obbligata, ci potrebbe essere un’altra opzione e noi la offriamo. Riteniamo anche utile che rimanga agli atti che c’è chi in questa regione ci tiene alla sanità pubblica e ad una corretta integrazione tra pubblico e privato, chi orienta le proprie scelte in base a quell’equilibrio e chi invece fa altro. Però l’anello al naso non ce l’ha nessuno”. Roma impone? “Anche per l’area di crisi – ricorda – il Molise non aveva i requisiti”. toni soft, il riserbo sulle questioni più spinose non nascondono il fuoco. Che sotto la cenere continua a covare.

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