Un appuntamento pensato per raccontare cinque anni di mandato. Ma poi il governatore si rende conto che l’incontro avrebbe preso un’altra piega. Perciò lo sposta al Rinascimento, un hotel e non una sede istituzionale.
Circa 200 amministratori, una novantina fra loro i sindaci. Alla fine della serata, i presenti buttano giù un documento: l’esperienza del governo Fratturava continuata.
Lui, il presidente spesso accusato di troppa diplomazia con avversari e alleati, la dice tutta. Scossa al Pd: che il segretario (Fanelli) si dia una mossa per le liste, dice, visto che mancano 12 giorni al termine. Con Ruta è chiuso ogni dialogo. A Patriciello manda a dire: dopo aver rinnegato un’alleanza programmatica ed essere tornato a destra, cosa pensa oggi della sanità molisana?
Paolo Frattura arriva all’incontro con una platea numerosa come quella che qualche mese fa lo ha ascoltato e incoraggiato ad andare avanti al Centrum Palace. Sindaci, assessori e consiglieri dei comuni del Molise – non tutti ovviamente ma tanti – con la sua giunta hanno avuto confronti e perfino scontri (in prima fila al Rinascimento per esempio si nota il primo cittadino di Fossalto) ma ne riconoscono la qualità dell’operato.
Stavolta il clima è diverso. Frattura avrebbe voluto presentare, come ha spesso detto, la fotografia del Molise che ereditò dal governo Iorio cinque anni fa e quella di oggi. Ma l’attualità ha il sopravvento. Lui ha fatto un passo indietro per l’unità del centrosinistra, da Ruta invece – sottolinea – è arrivata una valutazione: «Di Pietro non è Frattura». Ancora una volta, evidenzia, c’è distanza con chi fa personalizza, «l’unità si fa con la condivisione». Bacchetta anche Leva e quel comunicato che ha chiuso le porte al tentativo di ricucire, «il 3% che si permette di alzare i toni» fissando diktat e ultimatum. Il presidente si sente un po’ a casa, racconta delle telefonate ricevute dagli amministratori presenti in queste ore. Che, evidentemente, lo incoraggiano ad andare avanti. «È grazie a voi – dice – se dopo tante scelte impopolari arriviamo a fine mandato potendo raccontare cosa riusciamo a mettere in campo ora perché la Regione è tornata a respirare».
Tanti amministratori vogliono andare avanti. Qualcuno suggerisce di aspettare ancora e riparlare con la controparte. Della platea fanno parte, ad esempio, anche persone più vicine al senatore Ruta come il sindaco di Campobasso Antonio Battista.
Prima della conclusione, il governatore mette i puntini sulle ‘i’. Basta discussioni, dice, con chi da mesi «alza veti e si diverte in ogni occasione a delegittimare il nostro lavoro». Si riferisce a Ruta e Leva. Parlano dei posti letto, non dello sblocco del turn-over: si infervora. Ha fatto un passo indietro per questo, perché si potesse difendere quanto fatto. E partono gli applausi. «Mi è stato risposto Di Pietro non è Frattura: ma Ruta chi è?». Nessun confronto più, assicura, con chi predilige la «logica della zona Cesarini». Niente chiacchiere da caminetto, sintetizza come Renzi, ma cose concrete. Non risparmia l’ex alleato Patriciello.
La domanda di Frattura a chi lo ha ascoltato, in estrema sintesi, è se il centrosinistra intende proporsi per i prossimi cinque anni, poi – precisa – bisognerà individuare la guida.
Al termine della riunione, prima di andar via, gli amministratori presenti firmano il documento che rivendica: «L’azione svolta dal governo regionale in questi cinque anni ha rappresentato una fondamentale e necessaria opera di risanamento del complesso Sistema Molise. Un metodo di lavoro serio che ha reso possibile la realizzazione di interventi di qualità e che oggi porta le amministrazioni comunali presenti a ribadire quanto necessario sia proseguire nella stessa direzione, con un governo che assicuri continuità». In vista delle regionali, quindi, sindaci e amministratori che sottoscrivono il documento si impegnano a «costruire una squadra forte con la quale proseguire il percorso avviato».
ppm

 

Nello stesso hotel la riunione di LeU per i candidati

Lui parla giovedì. Ma i suoi si sono visti ieri sera al Rinascimento. A sorpresa, nello stesso hotel dove il presidente Paolo Frattura ha dato appuntamento a sindaci e amministratori per tracciare un bilancio di mandato, c’è una freccia che indica pure ‘Convegno Ruta’.
Al secondo piano i supporter del leader di Molise 2.0. A piano terra quelli del governatore.
Ruta, però, per ora non dice nulla. Alla domanda se quindi è ufficialmente di nuovo, e definitivamente, il candidato presidente alternativo al centrosinistra di Frattura, risponde: «Parlo giovedì». Non ci sono trattative in corso, non ufficiali e molto probabilmente neanche ufficiose.
Allora perché aspettare? Ulteriore momento di riflessione, o attesa degli eventi.
Il Pd nazionale è stato ‘chiamato in causa’ dalla segretaria dimissionaria Micaela Fanelli perché valuti la posizione di un senatore uscente che non ha lasciato il partito ma si appresta a combatterlo alle urne. Ieri avrebbe dovuto esserci un incontro con Guerini, che però è saltato. Ruta allora aspetta che si chiarisca meglio la situazione al Nazareno, che si assestino gli equilibri del dopo Renzi? O aspetta le mosse di Frattura? Neanche lui scioglie le riserve. Una guerra di nervi. Chi l’avrebbe mai detto cinque anni fa?
Il conclave al Rinascimento, comunque, secondo quanto trapela è una riunione di Liberi e Uguali – al tavolo della presidenza infatti c’è la neo eletta deputata Giuseppina Occhionero – per la lista da presentare alle regionali. A sostegno di Ruta.

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