All’assemblea del Pd non c’era l’ex senatore Roberto Ruta, non c’era nessun rutiano. Assenza che si è notata, perché è vicepresidente dell’organismo, quella di Costanza Carriero. Come la ‘pasionaria’ di Campomarino, però, erano assenti anche gli amministratori di Campobasso più vicini a Ruta (per esempio Alessandra Salvatore e Giose Trivisonno).
La guerra non è finita, Ruta ha scelto di non scendere in campo in questa battaglia: la battaglia per l’interregno. Insieme al suo gruppo, probabilmente, sta pensando già alle prossime primarie. Al nome su cui scommettere per riprendersi il partito.
Tra quelli già in ballo, il profilo di Carlo Veneziale potrebbe convincere l’ex senatore. Lo ha già convinto per le regionali – Veneziale era candidato presidente – e si dice che anche dopo il secondo tonfo elettorale del Pd in poco più di un mese l’ex assessore e l’ex senatore abbiano continuato a dialogare. Recupera il gruppo Ruta, Veneziale, e proprio per questo però probabilmente dovrà rinunciare al consenso dell’ex collega di giunta Vittorino Facciolla.
Capogruppo dem a Palazzo D’Aimmo, Facciolla sembra determinato a tenere in mano il pallino anche nel partito. Nessuna mediazione sul coordinamento. In tanti hanno provato a convincerlo a cedere, lui ha mantenuto la linea per cui ‘uno non vale uno’. Su chi entrerà nell’organismo i consiglieri regionali hanno di fatto diritto di scelta, o di veto.
Su Veneziale uomo di sintesi, se la sintesi contiene le posizioni rutiane, inoltre pare difficile che l’ex presidente Frattura lo appoggi. Seduto in ultima fila, salutato e abbracciato da tutti, Frattura è intervenuto durante il dibattito sabato mattina. Non ha aperto le ostilità, anche a lui probabilmente la fase della reggenza interessa fino a un certo punto. In tanti si chiedono cosa ha intenzione di fare: se dire la sua – in prima persona o meno – al congresso.
Le politiche e le regionali, in cui lui non era ricandidato, hanno lasciato segni abbastanza profondi e rotto i vecchi equilibri e le alleanze interne valide fino a qualche mese fa.
La vera battaglia, quindi, sarà quella dei gazebo. Le primarie potrebbero tenersi in autunno o, al massimo, a febbraio. Vuol dire che il prossimo segretario e la prossima maggioranza decideranno le candidature alle amministrative del 2019: al voto andranno Campobasso e Termoli.
Intanto, le federazioni dovranno indicare ciascuna tre nomi per il coordinamento. Una reggenza collegiale, il cui primo step sarà una seduta di insediamento dell’organismo che dovrà tenersi entro il 31 luglio. Del coordinamento, a titolo consultivo, faranno parte gli eletti in Consiglio regionale, i due presidenti delle Province, i sindaci di Campobasso e Termoli. Il tavolo si allarga, quindi. E comprende Battista e Sbrocca, sindaci al primo mandato interessati al test del 2019. Per raccordare al meglio le funzioni istituzionali con quelle politiche, dicono da via Ferrari. E assicurano che le scelte del coordinamento saranno autonome perché è quello l’unico soggetto deliberante la linea del partito nella fase transitoria.

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