Mentre la manovra del governo Conte prevede tagli ai trasferimenti statali per le Regioni che non ricalcolano i vitalizi degli ex consiglieri regionali col metodo contributivo (il ‘taglio’ in questo consiste), il Pd di Palazzo D’Aimmo deposita una proposta di legge che mette mano alle pensioni d’oro in maniera differenziata e articolata.
L’iniziativa presentata da Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla infatti riduce gli assegni che sono in corso di erogazione attraverso un contributo di solidarietà e stabilisce invece il ricalcolo contributivo per le pensioni maturate ma non ancora percepite perché i titolari non le hanno ancora richieste o non hanno ancora l’età minima per farlo (attualmente 55 anni con una piccola decurtazione rispetto all’assegno pieno di cui godrebbero a 60).
Gli attuali titolari di vitalizio in Molise sono 82. A decorrere dal mese di novembre, quindi con la prossima liquidazione, saranno 84: le due new entry sono state autorizzate ieri dal Consiglio regionale e si tratta di Mauro Natalini e Domenico Porfido, ex consiglieri rispettivamente di Rifondazione Comunista e dell’Idv (poi passato al centrodestra). Percepiranno un assegno lordo pari a 2.150 euro perché hanno 55 anni (la pensione piena sarà di 2.828). Alla somma di tutti i vitalizi (che vanno da circa 5.500 euro a 2.150) vanno aggiunte le reversibilità per le vedove e gli aventi diritto degli ex consiglieri deceduti: poco meno di una trentina. In totale, in base all’impegno di spesa per il mese di ottobre, la Regione sborsa 330mila euro al mese, 4 milioni di euro l’anno.
Su questa cifra puntano a incidere sia il governo nazionale, con il provvedimento previsto in legge di Bilancio, sia il ddl del Pd. Fanelli e Facciolla però puntano a reintrodurre un contributo di solidarietà per cinque anni. Misura che è già stata in vigore per due anni in Molise e lo è ancora in altre Regioni. Misura di cui, sottolinea il capogruppo dem Facciolla, «è stata appurata la costituzionalità, siamo sicuri cioè che si può fare». A decorrere dal 1 gennaio 2019 e per cinque anni, gli importi lordi mensili degli assegni vitalizi e di reversibilità sarebbero ridotti secondo criteri di progressività per scaglioni in base ad aliquote stabilite (più o meno le stesse utilizzate per il contributo che è stato già in vigore e che erano state definite in maniera uniforme dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli, dal 6 al 12% in base agli importi).
Per i vitalizi maturati ma non ancora erogati, invece, il ddl dem prevede il ricalcolo col sistema contributivo. Ce ne sono tanti in questa situazione, per esempio gli ex inquilini di Palazzo D’Aimmo Totaro, Leva e Ruta.
I minori oneri derivanti dall’applicazione della legge, così prevede, il testo, costituiranno economie di spesa da utilizzare per il finanziamento della diminuzione dei costi della sanità, e in particolar modo per la diminuzione dei costi del ticket e del superticket. La proposta è stata assegnata dal presidente Micone alla I Commissione.

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