Meno concimi e parassitari, contrasto all’erosione del suolo, sostegno al pascolo più estensivo. E agricoltura biologica. Aperti i termini per il premio annuale destinato agli imprenditori del settore primario che si sono impegnati ad attivare nella propria azienda pratiche che consentano di raggiungere gli obiettivi agro-climatico-ambientali stabiliti dall’Unione europea.
L’avvio delle misure 10 e 11 del Psr, relativamente al 2019, è stato l’incipit della conferenza stampa dell’assessore Nicola Cavaliere.
Il termine per le istanze, in entrambi i casi, è fissato il 15 maggio. Le due misure attiveranno un finanziamento di circa 45 milioni. «Una boccata di ossigeno non indifferente», ha sottolineato Cavaliere. L’assessore ha poi fatto riferimento all’allarme di Coldiretti sulle indennità compensative. Insieme alle altre due misure, ha assicurato, «in questo ultimo scorcio di programmazione garantiremo lo stesso importo finanziario» anche per la compensativa.
Nella passata legislatura, da consigliere di minoranza, Cavaliere si occupò dei ritardi nei pagamenti delle misure. Ritardi spesso riconducibili ad Agea, ma anche a errori nella trasmissione delle pratiche o a sottovalutazione degli aspetti tecnici nella compilazione delle domande, che pure di recente qualcuno ha segnalato. Il titolare dell’Agricoltura nella giunta Toma tira le somme dal risultato ottenuto da quando si è insediato, a maggio 2018, ad oggi. «Ho lavorato incessantemente per allineare i pagamenti. Fino ad ora sono stati sbloccati 42 milioni, non tutti riferiti agli arretrati di 2016, 2017 e 2018». Negli ultimi giorni, ha detto ad esempio, sono stati erogati sei milioni e sono state sbloccate anche le risorse per i Gal. Comunque, in dettaglio, i pagamenti hanno riguardato le misure 10, 11 e 13 – biologico, integrato e compensativo – che risultavano ‘in attesa’ dal 2015 in poi. «Il primo step, circa 25 milioni, lo scorso dicembre. Ad oggi sono stati emessi decreti di pagamento per 6 milioni, altri sono precedenti», ha detto Cavaliere. Ci sono ancora, però, non poche pratiche, qualche centinaio, «che hanno bisogno di una rivisitazione da parte dei centri di assistenza perché ci sono delle incongruenze».
Il suo obiettivo, ha però assicurato l’assessore, è non rimandare indietro a Bruxellles neanche un centesimo della dotazione del Psr 2014-2020. Spesso il definanziamento avviene anche se i soldi erano stati impegnati e spesi dall’amministrazione regionale. Ci sono casi in cui gli imprenditori beneficiari, per i motivi più vari, rinunciano al decreto di assegnazione. Oppure casi in cui gli investimenti non vengono avviati per tempo. Con la struttura l’assessore sta studiando il modo in cui questi fondi possono essere reimpiegati. «Mi auguro, per giugno o luglio, di avere un’idea, sia pure parziale ma abbastanza concreta, di quelle che possono essere le risorse, fermo restando che nemmeno un centesimo tornerà a Bruxelles».
Per velocizzare e semplificare le procedure amministrative, ed evitare errori che possono poi rallentare l’iter della verifica o mettere a rischio il finanziamento di domande e progetti, in aprile l’assessorato terrà tre incontri tecnici sul territorio (a Campobasso, Isernia e Larino) con gli ordini professionali e i centri di assistenza.
r.i.

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