«L’assessore Icardi sa perfettamente qual è la mia posizione, ci ho parlato ieri. Non darò l’intesa sul Patto per la Salute se non spariranno, davvero, i commissariamenti. E insieme a me non darà l’intesa la Calabria».
Dunque, se si votasse oggi in Conferenza delle Regioni l’intesa non ci sarebbe. Col rischio di non sbloccare i due miliardi aggiuntivi previsti. Ma Donato Toma al momento è irremovibile: le disposizioni dell’ultima bozza che prevedono l’affiancamento per le Regioni che non rispettano la garanzia dei livelli essenziali di assistenza e aprono a un’uscita più morbida per chi è già commissariato ma rinviato i miglioramenti a linee guida ancora da elaborare e approvare non lo convincono.
Mercoledì mattina il governatore del Molise sarà collegato in videconferenza con la Conferenza delle Regioni: «Discuteremo della posizione da assumere. Ripeto, però, che i colleghi sanno come la penso. E mi aspetto che Campania e Lazio siano dalla mia parte. Solo perché stanno uscendo dal commissariamento non vuol dire che non ne abbiano provato l’inefficacia».
Avanti con la battaglia che lo contraddistingue da un anno, quindi. Nessun cedimento. Domani l’attivazione della stroke unit per il trattamento dell’ictus al Cardarelli. E Toma rimarca come sia un investimento finanziato dalla Regione, fu lui a ottobre scorso a stanziare con la giunta 1.2 milioni con cui l’Asrem ha realizzato il reparto previsto dal Pos 2015-2016. Per il resto, i commissari «hanno sbloccato solo 20 dei complessivi 100 milioni a disposizione per infrastrutture e macchinari. È evidente che così la sanità del Molise muore. Quindi, ribadisco, o cancelliamo i commissariamenti oppure io non darò l’intesa sul Patto».
Il fronte Pd-Leu sarebbe propenso ad andare oltre le previsioni contenute nell’ultima bozza, ma i 5 Stelle avrebbero messo il veto. Toma e Oliverio per il momento pure.
Tra le altre cose, rispetto alla bozza preparata dall’ex ministro Grillo, è sparito pure lo spiraglio – era solo questo ma c’era – sulla revisione dei parametri del Balduzzi. Lo denuncia don Francesco Martino, puntando il dito contro la struttura ministeriale in particolare la Programmazione sanitaria. Che sia difficile scardinare il fondamento scientifico di quei criteri, d’altro canto, era noto. Ma don Francesco a questo punto a Toma chiede di negare l’intesa per questo motivo, perché senza revisione del Balduzzi il Molise resta senza Dea di II livello, unica regione in Italia.
«Non c’è alcun dubbio che quelle norme penalizzano solo il Molise. Verrà però anche il tempo per riformare il Balduzzi. Adesso pensiamo ai commissariamenti. Poi sarà la volta del dm 70», conclude.
Prima di partire per Bruxelles, infine, con la giunta ha messo a punto l’assestamento di bilancio che copre i 15 milioni di debito fuori bilancio, sbloccando quindi la parte del documento che la Corte dei Conti giovedì scorso non ha parificato.
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