Due Bollini Rosa nell’ambito delle neuroscienze. Sono quelli che l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) ha assegnato al Neuromed di Pozzilli per il biennio 2018-2019.
L’Irccs è stato premiato per lo studio e il trattamento della sclerosi multipla, una patologia che colpisce molte donne, e per l’attività del Centro per lo studio e la cura delle cefalee.
I Bollini Rosa sono il riconoscimento che Onda attribuisce dal 2007 agli ospedali attenti alla salute femminile e che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne.
«Un risultato che ci rende orgogliosi – afferma il direttore sanitario di Neuromed Orazio Pennelli – in quanto conferma ancora una volta l’impegno che il nostro istituto e tutti i nostri collaboratori hanno profuso per connotare il percorso donna all’interno dell’ospedale, sempre più caratterizzato non solo dall’attività scientifica ma per anche per la focalizzazione delle attività sulla risoluzione dei bisogni dei pazienti. Tale percorso è in fase di ulteriore potenziamento con l’imminente attivazione del Centro Donna, dove oltre all’attività di prevenzione e diagnostica senologica si svolgeranno prestazioni rivolte all’attività di uro-ginecologia e alle problematiche della donna adulta. Il riconoscimento odierno, unitamente all’impegno futuro, ci responsabilizza ancor di più nel fornire ulteriori processi di assistenza e cura personalizzata, per una medicina di precisione».
Tre i criteri di valutazione con cui sono stati giudicati gli ospedali candidati: la presenza di aree specialistiche di maggior rilievo clinico ed epidemiologico per la popolazione femminile, l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e l’offerta di servizi rivolti all’accoglienza e presa in carico della paziente, come la telemedicina, la mediazione culturale, l’assistenza sociale.
Diverse le novità di questa edizione del Bando: sono state introdotte due nuove specialità, la geriatria e la pediatria, è stata valutata anche la presenza di percorsi “ospedale-territorio” soprattutto nelle aree specialistiche che riguardano patologie croniche come cardiologia e diabetologia e, nell’ambito dell’accoglienza in ospedale, da quest’anno è stato dato rilievo anche alla presenza del servizio di Pet-Therapy rivolto ai pazienti ricoverati.
I Bollini Rosa sono assegnati a ospedali impegnati nella promozione della medicina di genere e che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie femminili. In 10 anni gli istituti che se li sono guadagnati sono passati da 44 a 306. Le schede con informazioni sui servizi degli ospedali premiati saranno consultabili sul sito www.bollinirosa.it a partire dall’8 gennaio 2018. Tramite un apposito spazio riservato agli utenti è possibile lasciare anche un commento sulla base dell’esperienza personale che viene poi condiviso da Onda con gli ospedali interessati.
Come per le precedenti edizioni, anche per il prossimo biennio, grazie a un accordo con Federfarma, le 17mila farmacie distribuite su tutto il territorio nazionale forniranno alla clientela femminile indicazioni per trovare l’ospedale a “misura di donna” più vicino.
Rispetto al biennio precedente, ha sottolineato la presidente di Onda Francesca Merzagora, sono 86 gli ospedali a misura di donna in più. Al loro fianco l’Osservatorio lavora per «promuovere un approccio ‘di genere’ nell’offerta dei servizi socio-sanitari, imprescindibile per poter garantire una corretta presa in carico della paziente in tutte le fasi della vita. La partecipazione dei Bollini Rosa alle iniziative promosse da Onda, in occasione di giornate dedicate a talune patologie femminili, mettendo a disposizione prestazioni cliniche e diagnostiche gratuite, consentono di avvicinare la popolazione a diagnosi e cure sempre più mirate e specifiche».
Per il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi i Bollini rappresentano «un segno concreto dell’attenzione che medicina, sanità e assistenza rivolgono alle donne cercando di praticare una medicina moderna, consapevole della complessità che la specificità di genere richiede».

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