Alle casse della sanità molisana nel 2017 ha portato 13,7 milioni. Dato in crescita perché nel 2016 era pari a 13,4. L’incremento riguarda la compartecipazione sui farmaci, mentre quella su visite ed esami è rimasta stabile. Nel complesso, il ticket sanitario ai molisani è costato 44 euro pro capite.
La riforma del sistema di compartecipazione era prevista dal Patto per la Salute 2014-2016 ma nonostante l’attivazione di tavolo non se ne fece nulla. Il tema è stato ripreso anche in questa legislatura ed è all’indice del nuovo Patto per la salute 2019-2021.
Fatto sta che ad oggi – attesta l’inchiesta di Quotidiano Sanità basata su dati della Corte dei conti e del ministero della Salute – i ticket sanitari pesano sulle tasche degli italiani per 2,889 miliardi (anno 2017) con una spesa media annua a cittadino di 47,7 euro. Il ticket sulla ricetta vale 1,55 miliardi (25 euro in media a testa): solo 500 milioni rappresentano il ticket fisso mentre il restante miliardo riguarda la quota di partecipazione sul prezzo di riferimento, ovvero la scelta autonoma dei cittadini che preferiscono acquistare un farmaco branded pagando la differenza di prezzo con il farmaco equivalente passato dallo Stato. Ogni Regione, poi, ha regole diverse.
La spesa per il ticket sulle prestazioni specialistiche ammonta a circa 1,3 miliardi (circa 22 euro a testa) comprensiva anche delle spese per il ticket al Pronto soccorso e per altre prestazioni. Qui la normativa si divide in due. La prima misura è il ticket nazionale che in tutte le Regioni prevede una franchigia massima di 36,15 euro (salvo la Calabria dov’è fissata a 45 euro). E poi c’è il superticket ( in origine 10 euro fissi ma poi anche in questo caso ogni Regione ha fatto da sé). Lombardia e Abruzzo lo hanno ridotto, l’Emilia Romagna lo ha eliminato e la Toscana lo abolirà dal 1° aprile.

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