Il Primo Maggio 2014 segna in Molise l’ufficialità dello stato di crisi. Da Campochiaro a Venafro i segni inequivocabili della devastazione, ha sintetizzato il governatore Paolo Frattura. Le uniche speranze di futuro sono affidate al piano che sarà redatto con il Ministero dello Sviluppo economico, dopo che il Mise avrà approvato la richiesta di riconoscimento di crisi complessa. In ballo ci sono oltre 2mila posti di lavoro, oltre 2mila famiglie, se si calcolano solo quelle coinvolte dal default di Gam, Ittierre e dalle difficoltà dell’automotive. 

Una delegazione della Cisl Abruzzo-Molise, guidata dal segretario aggiunto Giovanni Notaro, partecipa alla manifestazione nazionale dei sindacati organizzata quest’anno a Pordenone, città scelta come luogo simbolo della crisi che ha colpito il Paese. A Santa Croce di Magliano il Primo Maggio della Cgil Molise come da tradizione. Il Movimento Cristiano Lavoratori della provincia di Campobasso, inoltre, condivide e fa proprio il messaggio dei vescovi. Primo Maggio come giornata di speranza e di lotta per il lavoro. “Nessuno può scaricare la croce sulle spalle dell’altro, ma come Cirenei della speranza, chiediamo a tutti, una particolare empatia, davanti ai tantissimi drammi sociali. Empatia è allora il condividere, lo star vicino, nella capacità di aiutarci tra di noi, per dimenticare un po’ l’egoismo e sentire nel cuore il ‘noi, come popolo che vuole andare avanti” si legge nel messaggio che cita le parole di papa Francesco nella sua visita in Sardegna. ““Non possiamo trovare parole migliori per celebrare questa importante festa – commenta Antonio Chiatto, presidente provinciale Mcl -. Come cristiani abbiamo il dovere di riaffermare il valore morale e sociale del lavoro e di impegnarci nella società per testimoniare con i fatti quello in cui crediamo. È una grande sfida per tutti noi, ma non possiamo tirarci indietro”.

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