Tanto rumore per nulla? Mentre il braccio di ferro contro la centrale a biomasse di Mascione è al clou, l’Arpa Molise prova a gettare acqua sul fuoco. In questa partita l’agenzia regionale per la protezione ambientale gioca un ruolo chiave perché le spetterà, dopo gli opportuni screening, stabilire se i temuti rischi per la salute e l’ambiente sono più o meno concreti. Un parere, dunque, decisivo ed affidato all’Arpa dopo la Conferenza dei servizi di giovedì 9 aprile.

Al terzo piano degli uffici di via Ugo Petrella trapelano più che altro rassicurazioni. “L’impianto è estremamente piccolo ed è poco impattante”, sottolinea il direttore tecnico-scientifico Remo Manoni. E poi “è un cogeneratore: dal punto di vista termico ed elettrico, renderebbe lo stabilimento sportivo di quella località indipendente al 70-80 percento. Questa è una visione parziale, non del tutto oggettiva per un motivo semplice: ancora non abbiamo iniziato ad effettuare la nostra valutazione. Dopo di che, applicando i sistemi modellistici di cui l’Arpa si andrà a dotare, riusciremo a esprimere e a valutare tutto quello che è eventualmente impattante dalla biomassa che viene bruciata in quell’impianto, intendendo per biomassa solo il cippato di legno e non altre materie prime”.

Manoni fa chiarezza anche sul materiale che sarà bruciato nella centrale: “Sarà soprattutto legno, prodotto agroforestale e della potatura e nient’altro. Quindi, non vedo problematiche particolari, anche perché l’impianto è piccolo. Anche a livello di pm10, ossia quello che allarma di più la collettività, non penso che ci siano problemi”.

Il direttore tecnico-scientifico dell’Arpa, però, chiede tempo (“Permetteteci di lavorare perché solo così riusciremo a dare una valutazione oggettiva”), ma al tempo stesso ‘scagiona’ la Rg1 dall’intenzione di voler provocare danni ambientali: “L’azienda poteva bypassare questa procedura e lo screening data l’esiguità dell’impianto. Inoltre,  è stato tolto quel 30 percento di prodotto su cui si erano sollevate alcune perplessità. In Conferenza di servizio hanno stabilito che il cippato di legno sarà il prodotto residuale della potatura”.

Entro due mesi, infine, l’Arpa sarà in grado di presentare risultati dello screening ambientale e quantificare i livelli inquinanti dell’impianto di contrada Mascione. “Ancora non hanno presentato la domanda – frena Manoni – e dunque noi lo step iniziale non lo abbiamo nemmeno cominciato”.

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