Il periodo estivo è particolarmente ricco di manifestazioni enogastronomiche finalizzate a valorizzare il ricco patrimonio del territorio regionale e provinciale, con particolare riferimento ai prodotti caseari ed al tartufo, vera eccellenza nazionale. In occasione della 26^ fiera annuale del tartufo, che si è tenuta domenica scorsa in San Pietro Avellana, gli agenti del locale comando stazione forestale hanno svolto controlli mirati presso gli stand presenti al fine di verificare la corretta applicazione delle norme relative alla vendita dei prodotti, in gran parte a base di tartufo. I controlli eseguiti, inseriti nell’ambito di attività ordinarie, erano finalizzati a verificare il rispetto dei diritti e della salute dei consumatori in uno dei contesti di maggiore rilievo nazionale, quale è la manifestazione di San Pietro Avellana, oltre a verificare il rispetto delle norme connesse alla raccolta del tartufo, sempre più minacciato da abusi di varia natura. Non sono mancate alcune irregolarità che sono state rilevate dagli agenti e che hanno riguardato due fattispecie principali: la mancanza di indicazioni informative previste per i prodotti sfusi attraverso appositi cartelli e la mancanza di etichettatura per i prodotti confezionati. È bene sottolineare che la mancanza delle informazioni previste dalle norme vigenti va a scapito del consumatore il quale ha il diritto di conoscerle preventivamente e procedere in modo consapevole nell’acquisto di un determinato prodotto. Tra le informazioni obbligatorie vi sono l’indicazione della specie di tartufo, che fa ovviamente la differenza visto che in Molise ve ne sono diverse – dal bianco (Tuber magnatum) al nero pregiato (Tuber melanosporum) al cosidetto “Scorzone” cioè il tartufo nero estivo (Tuber aestivum) – di diverso pregio e, ovviamente, di diverso costo. Tale aspetto, troppo spesso sottovalutato, può indurre il consumatore poco attento ed informato ad acquisti improvvidi. Stesso discorso vale per la provenienza del prodotto di origine, che deve essere chiaramente indicata nelle etichette, attestando di fatto la qualità dello stesso, troppo spesso minacciata da contraffazioni ed utilizzo di prodotti di importazione, con minore valore organolettico e conseguente minore valore commerciale. Durante i controlli sono stati rilevati quattro casi di violazioni alle norme ed ai commercianti sono state comminate sanzioni amministrative pecuniarie con importi variabili dai circa 1.100 € fino agli oltre i 3.000 € per un totale di circa 6.500 €. Considerata la rilevanza delle attività, altri controlli saranno svolti nel corso dell’estate al fine di assicurare il rispetto delle norme di legge e tutelare i diritti dei cittadini.

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