E’ polemica a San Giovanni in Galdo dove la celebrazione per la nascita di Gesù ha scatenato una vera e propria sollevazione popolare.

Il parroco, Don Dario Fenec, non si è presentato per officiare la funzione religiosa della vigilia di Natale e la folla di fedeli che gremiva la chiesa ha potuto dare il benvenuto al redentore solo grazie a un diacono presente tra i banchi che, leggendo il Vangelo, ha proceduto al rito che “decreta” l’arrivo del Signore.

Contattato telefonicamente da alcune persone che erano in attesa, il sacerdote non ha fornito alcuna motivazione circa la sua assenza e ora una rappresentanza di cittadini si è rivolta agli organi di stampa per denunciare il disservizio.

“Ci ha fatto aspettare fino a mezzanotte e mezza – ha scritto un cittadino residente a San Giovanni in Galdo, in una nota inviata all’emittente Teleregione Molise -. Non è la prima volta che avviene una sua assenza ingiustificata, il tutto nell’indifferenza delle istituzioni.

Quindi, a capo della maggioranza dei fedeli, voglio esprimere e mettere in risalto questa notizia affinché si divulghi il più possibile”.

L’accaduto verrà presto portato all’attenzione di monsignor Bregantini. Già in passato l’arcivescovo di Campobasso ha ricevuto delegazioni di cittadini di San Giovanni in Galdo che chiedevano a gran voce un suo intervento. Sempre sulla base dei racconti dei fedeli, pare che Don Dario in più occasioni abbia mancato l’appuntamento con la messa, persino alcune indette in suffragio di defunti.

3 Commenti

  1. maria antonella ciarlillo scrive:

    San Giovanni in Galdo, 28/12/2015

    Filantropia significa “ amore spontaneo verso il prossimo, che porta a operare per il suo bene”.
    Questo mi hanno insegnato al corso di catechismo ed è questo il termine su cui mi sono soffermata stamane pensando a Don Dario.
    A mio avviso, nel mio paese (S. Giovanni in Galdo) è stata fatta un’ interpretazione distorta di tale sostantivo in concomitanza con la mancata celebrazione, da parte di Don Dario, della Santa Messa nella notte di Natale: è stata una ulteriore occasione per additare, denigrare, bistrattare il prossimo (prossimo è colui al quale si è uniti dal vincolo della carità) complottare per “alienarlo”.
    Come diceva ieri il Santo Padre, l’Amore induce l’uomo alla comprensione e al perdono ma nel nostro caso non è stato così. Si è cercato un capro espiatorio sul quale riversare le cause della disgregazione morale, spirituale e sociale che sta attanagliando il paese. Ma forse non è chiaro ai compaesani che la comunità è costruita dal popolo che vi appartiene, e le origini di tale scissione non vanno ricercate nel prossimo, in Don Dario, che a fatica ed invano ha cercato di adottare strumenti strategici finalizzati all’ aggregazione sociale.
    Strategie non condivise, che “disturbano” ma utili provocazioni per “rinsavire” una cittadinanza annichilita da sterili tradizioni “religiose” (che degenerano in vere e proprie forme di profanazione), da egoismo, indifferenza e forme di accanimento contro chi “disturba”, chi non si “adegua a un certo modo di fare” (che piace al popolo), destinato così a soccombere e ad essere oggetto di una spettacolarizzazione mediatica.

    Se questo è il senso del Natale!!!!!!!!!

    Ma il vero Amore è quello di Don Dario, quando durante l’omelia spesso ribadisce che ama la comunità di San Giovanni in Galdo, nonostante tutto, si scusa per le proprie mancanze affermando di non essere un inviato speciale, perfetto, ma uno come come noi, uno di noi, bisognoso di comprensione, perdono, Misericordia, dimensione quest’ultima indispensabile dell’amore fraterno e amichevole, un amore benigno, paziente, compassionevole, premuroso, servizievole, che perdona ed è fedele. Un amore che non esige perfezione e che se non vissuto conduce inevitabilmente ad una condanna estrema: finire in pasto ai mass media, distruggere la dignità di una persona, fornendo ad essi una “appetibile notizia” per uno scoop esclusivo il giorno di Natale.
    Allora cosa dire ancora? Grazie Don Dario, speriamo di trovare qualcuno che sia alla nostra altezza!!!!!!!!
    A te il mio affetto, il mio sostegno, le mie preghiere. Il Signore ti darà la forza di continuare.
    Lui, vero Amore.
    Maria Antonella Ciarlillo

  2. Alfonso GRAZIANO scrive:

    La vergogna non è di Don Dario ma nostra, perchè ci ostiniamo a non capire che siamo noi di San Giovanni in Galdo ad avere il cuore chiuso verso coloro che hanno problemi, che sono nel bisogno, verso i deboli e in definitiva verso Gesù Bambino. Piuttosto facciamoci l’esame di coscienza: forse arriveremo a capire che, ancora prima di Don Dario, è proprio Gesù Bambino a non poter più nascere in un paese dove da decenni si mormora, si calunnia, si nutre invidia verso il prossimo. Questo “cittadino residente a San Giovanni in Galdo” dice di parlare a nome della maggioranza: è vero, ma di quella maggioranza che si reca alla Santa Messa solo a Natale e a Pasqua, con l’unico obiettivo ci calunniare ed accusare. Anch’io sono un cittadino di San Giovanni in Galdo, non nascondo il mio nome e sostengo caldamente il mio sacerdote a nome dei tanti altri parrocchiani che rappresentano la maggioranza di coloro che pregano per Don Dario, anzichè calunniarlo! In nome dell’equità e imparzialità giornalistica, chiedo vivamente a codesta redazione di Primo Piano Molise di pubblicare il mio commento, con “Nome e Cognome”.

  3. Meditate

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