“Con i tagli attuati dal Governo Monti è palese che il sistema Sanitario Nazionale, così come é organizzato non è più sostenibile. Le Regioni non saranno più in grado di erogare gli stessi servizi ed il rischio che corrono le fasce più deboli è di non ricevere più l’erogazione dei servizi essenziali”. Lo ha dichiarato oggi il deputato molisano Sabrina De Camillis che ha seguito da vicino l’attività del Governo Monti sullo spending review. La parlamentare, sulla problematica, pone l’attenzione sulla necessità di una riforma ad hoc di tutto il sistema sanitario italiano.

“Il problema con le riduzioni di oggi, giunte ad oltre 22 miliardi di euro negli ultimi 3 anni, non sarà più la scelta tra mantenere o meno un ospedale ma fra la possibilità e l’impossibilità di ricevere cure adeguate” – ha proseguito la De Camillis. “Ciò significa che, se da un lato è necessaria una revisione della spesa con l’eliminazione degli sprechi e, su questo sono perfettamente d’accordo, dall’altro dico con forza no alla volontà di questo Governo di fare cassa tagliando i servizi. D’altra parte, è stato dimostrato anche negli ultimi anni con le regioni in piano di rientro, che è molto più semplice abbassare il livello e quantità di prestazioni piuttosto che intervenire sradicando quegli sprechi di sovente legati a lobby bene organizzate. Ritengo che, in un momento di così grande difficoltà, un Governo tecnico e credibile dovrebbe riuscire ad andare oltre i “pannicelli caldi”. Hanno credibilità e numeri per fare quelle riforme che ai politici non è stato consentito di fare”.

Per la De Camillis è di estrema importanza il coinvolgimento delle Regioni per la definizione del nuovo programma di riordino del settore. “Il Governo, nel rispetto della Costituzione, coinvolga le Regioni ed avvii la strada verso un nuovo Patto per la Salute – ha concluso la deputata – grazie al quale sarà possibile tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini ed in modo particolare delle fasce deboli, tenendo conto che non possono essere sempre i meno abbienti a pagare”.

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