Dalla carenza di medici e infermieri nei reparti a strutture che operavano fuori dal perimetro di legge. Il bilancio dell’attività del Nas copre tutto il territorio regionale.
Nella notte fra giovedì e venerdì, in particolare, gli uomini al comando del comandante Mario Di Vito hanno ispezionato contemporaneamente gli ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli per verificare eventuali casi di assenteismo, carenze di organico di personale medico e infermieristico ed eventuali presenze di persone non autorizzate. Non sono state accertate anomalie particolari – fanno sapere i militari – ma solo carenze di personale sanitario (medico, infermieristico e operatori socio sanitari) rispetto ai parametri previsti dalla normativa regionale. Una certificazione dell’emergenza che da mesi si reigistra negli ospedali molisani e non solo. La situazione, naturalmente, sarà segnalata agli organi regionali competenti e all’Asrem.
A conclusione di ispezioni in strutture private (ambulatori medici e odontoiatrici, laboratori analisi, farmacie studi fisioterapici, case di riposo), inoltre, il Nas ha deferito all’autorità giudiziaria, per violazione del Testo unico delle leggi sanitarie, un dentista che operava nell’area matesina. L’uomo non aveva l’autorizzazione sanitaria prevista dalla legge regionale 18/2008, che è subordinata al possesso di specifici requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici che garantiscono la sicurezza delle prestazioni effettuate. La direzione generale per la Salute della Regione ha disposto l’immediata sospensione dell’attività sanitaria e la chiusura dell’ambulatorio odontoiatrico.
Ancora, in un centro medico privato di Campobasso il nucleo antisofisticazione dei Carabinieri ha accertato una truffa al servizio sanitario nazionale: un fisiatra in servizio in un ospedale abruzzese, che quindi percepiva anche l’indennità di esclusività, effettuava invece visite private a pagamento.
Infine, in provincia di Isernia il Nas ha denunciato tre titolari di comunità alloggio per anziani perché non avevano comunicato all’autorità di pubblica sicurezza l’elenco degli ospiti alloggiati, risultati peraltro in sovrannumero rispetto alla capienza massima autorizzata. Una delle tre strutture socio-sanitarie ispezionate è stata chiusa, non aveva l’autorizzazione comunale né i requisiti organizzativi e strutturali. Gli ospiti sono stati trasferiti in altre strutture.

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