È durato due ore l’interrogatorio di garanzia dell’ex prefetto Paola Galeone ieri nell’aula della Corte d’Appello di Cosenza.
Galeone, ai domiciliari nella sua casa di Taranto dal 2 gennaio e accusata di induzione indebita a dare o promettere utilità, era accompagnata dagli avvocati Nicola Carratelli e Franco Sammarco.
Al gip Letizia Benigno l’ex viceprefetto di Campobasso ha fornito la sua versione dei fatti che l’hanno portata alla sospensione dalle funzioni. Il 23 dicembre, a margine di un incontro fissato per la consegna di una benemerenza, Galeone – secondo l’accusa – avrebbe formulato alla presidente dell’associazione Animed (che si occupa di centri di accoglienza per migranti e azioni contro la violenza sulle donne) Cinzia Falcone la richiesta di compilare una fattura falsa per l’importo di 1.220 euro, soldi residui del fondo annuale a disposizione dei prefetti che altrimenti sarebbero tornati al Viminale. L’importo lo avrebbero poi diviso fra loro due: 700 euro al prefetto, 500 a Falcone. L’imprenditrice, dopo qualche ora di turbamento e dopo aver ascoltato l’invito del procuratore distrettuale Gratteri a denunciare (così ha raccontato agli investigatori e alla stampa), si è rivolta alla polizia. Il 28 dicembre, in un bar di Cosenza l’appuntamento per la consegna del denaro. Falcone passa alla Galeone una busta chiusa con le banconote fotocopiate per il riscontro. All’uscita del bar, i poliziotti avvicinano il prefetto, in questura la controprova. Gli eventi per Galeone precipitano: si mette in aspettativa e torna a Taranto, dove la mattina del 2 gennaio la procura di Cosenza le notifica la misura dei domiciliari disposta dal gip.
Ieri, il ritorno a Cosenza per l’interrogatorio, al termine del quale l’ex prefetto della città non ha rilasciato alcuna dichiarazione. È stato l’avvocato Sammarco a spiegare che la sua assistita ha reso la sua versione dei fatti con «assoluta limpidità, coerenza e tranquillità. Ora aspettiamo le determinazioni del giudice al quale abbiamo chiesto di rivedere la sua determinazione in ordine anche alla misura». Su quanto riferito dal prefetto al magistrato ha aggiunto di non poter rivelare particolari «ma in ogni caso è stata fornita una versione realistica dei fatti e a breve saprete, quando sarà possibile sapere. Della Falcone ha parlato in termini di assoluta cordialità».
Il legale, molto noto nel Foro di Cosenza, ha infine lamentato un eccessivo clamore mediatico parlando di informazione pilotata: «La dottoressa Galeone non sta benissimo perché è un prefetto che si trova in questo momento nella situazione che conoscete, peraltro con una particolare attenzione degli organi di informazione, anche fuori regione, direi anche un po’ innaturale, però si difende». Innaturale perché «a me non è mai capitato in oltre 40 anni di professione – ha osservato – che in tempo reale si conquistassero pagine intere di quotidiani nazionali, in genere siamo abituati ai trafiletti, ma va bene così».

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