Tre contagi, al momento, in Molise: positivi al coronavirus, tutti e tre ricoverati a Malattie infettive del Cardarelli e in buone condizioni, la 61enne di Montenero di Bisaccia che è il paziente 1 della nostra regione, il marito e la matrigna della donna.
Nessuno dei tre, quindi, ha bisogno di terapia intensiva. Aumentano i numeri per quanto riguarda la quarantena e la sorveglianza: 89 le persone in isolamento precauzionale al proprio domicilio e 131 quelle in sorveglianza.
I numeri li fornisce il presidente della Regione Donato Toma al termine di una giornata che ha tenuto tutti col fiato sospeso. L’individuazione dei tre contagiati, tutti conviventi, per ora frena la paura di una diffusione più ampia e problematica.
Ieri mattina, il governatore – insieme al dg Asrem Florenzano, al capo del IV dipartimento Brasiello e alla direttrice della Protezione civile De Lisio – ha preso parte al tavolo permanente istituito dal presidente del Consiglio Micone. Alla luce dei tre casi accertati, «i nostri protocolli non cambiano – ha detto Toma – Eravamo preparati ad affrontare tali eventualità. Deve essere chiaro, per evitare inutili allarmismi, che non siamo di fronte a nessun focolaio o a creazioni di nuove zone rosse, arancioni o verdi».
A metà mattinata, poi, in giunta ha coordinato la riunione convocata con i vertici della sanità pubblica – Gallo, Florenzano e Scafarto – e i due grandi privati del Molise, convenzionati direttamente con la Regione.
Da Neuromed e Cattolica, presenti rispettivamente con il direttore sanitario e la direttrice generale, ha avuto ampia disponibilità riguardo alle unità di terapia intensiva attivabili presso le loro strutture per le esigenze, eventuali, legate alla diffusione del Covid19. «Li ho chiamati lunedì sera e si sono immediatamente messi a disposizione. Ho avuto una bella prova di efficienza e sinergia: sanità pubblica e privata hanno dialogato e si sono operativamente confrontati su come gestire un’emergenza. Mi sono sentito più sicuro e così devono sentirsi i molisani». Riguardo all’isolamento e alla terapia intensiva, i centri privati hanno anche più flessibilità rispetto al pubblico, i posti utilizzabili considerando Neuromed e Cattolica sarebbero una trentina. «Al Cardarelli inoltre abbiamo 3 posti di Malattie infettive che possono diventare 7 o 8, la terapia intensiva che pure ha capienza e si sta organizzando, ci sono i 40 posti degli ospedali di comunità che potremmo usare, se servisse, per i pazienti che non hanno bisogno di rianimazione ma solo di isolamento. Ribadisco, la situazione è sotto controllo», conclude Toma.
Che ieri ha presentato anche la campagna social «di sensibilizzazione alle corrette misure per prevenire il contagio da nuovo coronavirus, in linea con quanto diffuso dal ministero della Salute. Tutto il nostro sistema sta funzionando in maniera encomiabile: siamo stati tra i primi in Italia a recepire le direttive ministeriali, abbiamo informato costantemente i cittadini e tutta la macchina sanitaria ha risposto senza esitazione. Per questo il mio personale ringraziamento va al personale sanitario, alle Forze dell’ordine, alla Protezione civile e a quanti, in queste ore, sono all’opera affinché la popolazione sia protetta e informata».
r.i.

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