Rientrato da Milano a Campobasso il 2 marzo scorso, è uno studente universitario che nel capoluogo lombardo era stato per assistenza a un malato (fa volontariato) il 16esimo contagiato da coronavirus in Molise.
Quando è rientrato, riferisce il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, ha adempiuto all’unico obbligo allora in vigore per Milano, che non era zona rossa: segnalarsi ai numeri messi a disposizione. Il 9 marzo, poi, ha contattato la sanità pubblica e di prevenzione perché avvertiva uno dei sintomi. Allora, gli è stato detto di restare in isolamento domiciliare. Il giorno dopo, aumentati i sintomi, è stato ricoverato nel reparto di Malattie infettive – dove ora si trova – e gli è stato effettuato il tampone: ieri il responso, positivo.
L’ufficializzazione del primo caso di Covid-19 nel capoluogo di regione è stata accompagnata da una ridda di messaggi, audio inviati nelle chat di giornalisti e non, post sui social con riferimenti al contagiato, racconti, più o meno allarmanti, in sostanza una gogna mediatica senza precedenti: un pomeriggio di ordinaria follia che non fa onore al Molise.
È stato il 30enne poi a uscire allo scoperto con un post su Fb: «Da venerdì 6 sono stato totalmente isolato nella mia camera perché era tornato un mio familiare sempre da Milano. Dal 2 marzo ho ridotto al minimo i contatti con tutti. Ho solo prestato servizio di volontariato proprio per Covid-19. I contatti considerati stretti sono solo i miei famigliari che sono già in isolamento fiduciario. Ma ho segnalato anche contatti non diretti all’ufficio sanità e da domani sarà proposto a tutti l’isolamento fiduciario per precauzione», ha scritto fra l’altro raccontando la sua versione dei fatti.
Sulle modalità del suo ricovero l’Asrem non commenta le ricostruzioni circolate, si limita a precisare che la presa in carico del paziente non ha messo in discussione o in pericolo la sicurezza delle strutture sanitarie.
Sei i tamponi eseguiti ieri al Cardarelli, cinque negativi e solo uno positivo. Dei 16 malati di Covid-19, tre sono in Terapia intensiva, tre in Malattie infettive e 9 in isolamento domiciliare. In totale, dall’inizio della crisi, i tamponi effettuati sono 233, solo 16 i positivi.
Il presidente Donato Toma, che ha sentito lo studente contagiato di Campobasso: «Sta benino», ha detto. Nel pomeriggio il governatore ha ribadito il suo appello. Le ordinanze e le sollecitazioni a rispettare le regole anti contagio – ha rivendicato – stanno dando frutti in regione. «Purtroppo non a tutti è chiara la gravità della situazione. Nei giorni scorsi migliaia di persone si sono riversare al Sud». In Molise, in 400 hanno segnalato il loro ritorno. «Noi applichiamo alla lettera tutte le restrizione, possiamo mettere in campo tutte le azioni sanitarie possibili. Ma se non capiamo che ogni nostra azione contribuisce alla diffusione del virus, tutto quello che abbiamo fatto potrebbe risultare vano. Dobbiamo essere responsabili, non abbiamo alternative. Poi torneremo alla vita sociale, adesso dobbiamo farlo per i nostri anziani vulnerabili, per tutti quelli che hanno difese immunitarie basse, per i medici, infermieri e tutto il personale sanitario e la Protezione civile. Dobbiamo farlo per il Molise. La situazione è seria e seriamente va affrontata».
Il suo appello, una sorta di strigliata, in serata viene sancito dalla decisione del governo nazionale. Il premier Conte annuncia: chiusi locali e negozi in tutta Italia, garantiti alimentari, farmacie e trasporti essenziali. Commissario per le terapie intensive, l’ad di Invitalia Domenico Arcuri.
r.i.

Il ponte per il post emergenza: iniezione economica da 25 miliardi

Il Consiglio dei ministri ha portato a 25 miliardi lo stanziamento per far fronte alla situazione straordinaria che sta vivendo il Paese, in termini di saldo netto da finanziare, che diventano 20 miliardi in termini di indebitamento netto: si tratta dell’1,1 per cento del Prodotto interno lordo tricolore.
Il premier Giuseppe Conte ha illustrato il piano in conferenza stampa insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. La proposta è stata poi approvata all’unanimità dalla Camera dei deputati con 332 sì e nessun contrario.
In un primo momento, l’Italia aveva fatto richiesta di innalzare il deficit di 6,3 miliardi (su interventi complessivi per 7,5 miliardi), portando l’asticella del rapporto con il Pil dal 2,2% previsto inizialmente al 2,5%. Ma il Covid-19 ha assestato un colpo durissimo al Paese già in stagnazione, Gualtieri quindi ha chiesto che Bruxelles vada oltre l’utilizzo della «flessibilità interna del patto di Stabilità e crescita» e metta in atto «un pacchetto di stimoli fiscali coordinati focalizzati sugli obiettivi comuni di crescita sostenibile».
In attesa del testo vero e proprio, dalle bozze è emerso che uno dei cardini sarà il sostegno alla liquidità delle famiglie e delle imprese tramite il sistema bancario. «Ci sarà una semplificazione procedurale per la sospensione dei mutui prima casa fino a 18 mesi in caso di riduzione o sospensione dell’orario di lavoro – fondo Gasparrini – e inoltre sospendiamo le rate di mutui e prestiti bancari prolungandone la durata con sostegno parziale di garanzie statali e la possibilità di aumentare la percentuale di garanzie». Gualtieri ha escluso che la misura possa esser legata a valori Isee e allargato il panorama agli affitti: «Stiamo valutando misure sulle possibili difficoltà di pagare canoni per evitare anche che abbia un impatto sui proprietari che devono magari pagare le imposte su una rata di affitto che non possono riscuotere».
«Le imprese potranno beneficiare di aperture di credito non ancora utilizzate», ha spiegato ancora il ministro auspicando «che queste misure siano anche sostenute da interventi adeguati dalla Bce». E ancora: «Prevediamo di posticipare una serie di adempimenti per venire incontro alle oggettive difficoltà di contribuenti e operatori del fisco». «Dall’altro lato – ha spiegato il ministro – potranno essere introdotte misure di sospensione dei versamenti tributari e contributivi, anche in previsione di un futuro parziale ristoro».
Per le aziende le risorse sul piatto dovrebbero esser di 2 miliardi da impiegare anche attraverso il canale di uno ‘sconto’ sui contributi previdenziali. Per quanto riguarda la liquidità, il governo è al lavoro con Abi e Bankitalia per costruire una ampia moratoria creditizia in modo da garantire parecchie decine di miliardi, sempre con probabile parziale garanzia pubblica.
Per le famiglie, il supporto proposto dalla ministra Bonetti è duplice: un congedo parentale di 15 giorni ripartiti tra padre e madre in modo proporzionale, per non sbilanciare il peso sulle donne e un voucher di almeno 600 euro, che salirebbero a mille nel caso di operatori sanitari e di ricercatori, per coprire le spese di baby sitter e aiuti familiari.

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