Dopo aver effettuato la ricognizione del personale precario ai fini della stabilizzazione della Madia, la Regione Molise non ha dato seguito alla procedura e per coprire i posti vacanti ha bandito nuovi concorsi.
Ha motivato la scelta facendo riferimento alla circostanza che la retribuzione del personale precario fosse finanziata con fondi europei e che le prestazioni lavorative in questione non riguardassero quindi l’esercizio di funzioni ordinamentali dell’amministrazione. Secondo il Tar Molise è una
motivazione «insufficiente e incongrua atteso che l’amministrazione ritiene ostativi all’applicazione dell’articolo 20 del d.lgs. n. 75/2017 elementi (la fonte di finanziamento delle retribuzioni e la natura dell’attività svolta dei lavoratori precari) in alcun modo contemplati da suddetta norma». Per questo, per difetto di motivazione, il tribunale amministrativo ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti con cui Palazzo Vitale ha indetto una nuova procedura concorsuale, anziché stabilizzare il personale precario preesistente.
Il ricorso, presentato da tre precari difesi dagli avvocati Ferdinando Gallone e Iole Urso, chiedeva l’annullamento previa sospensiva di una serie di atti, tra cui: la determina del direttore del III dipartimento del 18.10.2019 con gli avvisi pubblici per l’assunzione di 14 unità di personale con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e a tempo pieno in categoria d (vari profili) e l’avviso per 5 unità di personale con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato in categoria d, con profilo professionale “tecnico amministrativo” posizione. economica d1.
L’ordinanza collegiale è stata depositata ieri dopo la camera di consiglio del 29 aprile scorso. L’udienza di merito è stata fissata a febbraio dell’anno prossimo. Nel frattempo, la Regione – assistita nel giudizio dall’Avvocatura distrettuale – dovrà decidere se rivedere le procedure assunzionali o difenderle in sede cautelare al Consiglio di Stato.

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