Senza reddito, da ormai troppo tempo. La situazione è disperata: trenta operatori che si occupano delle mense scolastiche e delle pulizie nelle aziende ancora (come moltissimi altri, purtroppo) non vedono un euro di cassa integrazione in deroga. E, se può esserci un peggio rispetto al non avere alcun tipo di reddito da mesi, questo è rappresentato dal fatto che la situazione non sembra sia destinata a cambiare. A meno di un vero e proprio miracolo. Lavoratori invisibili, che dal primo giugno e fino al ritorno in classe, non percepiranno alcuna forma di sostegno al reddito. Per loro, freddamente identificati come lavoratori part time con contratto ciclico di due ore al giorno per dieci ore complessive a settimana, non è previsto alcun ammortizzatore sociale nei mesi estivi. Unica categoria del variegato mondo della scuola per la quale le ‘vacanze scolastiche’ coincidono con l’assenza di reddito. Ieri mattina il sit in davanti alla Prefettura di Campobasso, per mettere l’accento e dare visibilità ad una situazione di difficoltà fin troppo evidente. Per accendere un faro su quella che assomiglia ad una bomba ad orologeria, che potrebbe esplodere da un momento all’altro. «Avrebbero dovuto percepire la cig Covid ma al momento ancora nulla.
E dal primo giugno sono senza reddito – spiega Daniele Capuano della Cgil ai microfoni di Teleregione –: da anni stiamo portando avanti una battaglia per il riconoscimento del part time ciclico perché per questa tipologia di lavoratori si procede ad una sospensione non retribuita dal lavoro senza alcun accesso agli ammortizzatori. Chiediamo – continua Capuano – ancora una volta che il caso sia risolto». Sarebbe importante l’accredito della cig Covid che i lavoratori aspettano da mesi; indispensabile poi che questo sostegno duri per almeno altre 27 settimane. Misure straordinarie a fronte di buste paga davvero leggere viste le ore di lavoro definite da questa tipologia di contratto. Sullo sfondo di un dramma, il timore che a settembre ci saranno rivisitazioni nell’organizzazione del lavoro, legate proprio alle prescrizioni conseguenti all’emergenza sanitaria. Si potrà ancora avere il servizio mensa nelle scuole, come si potrà rispettare il distanziamento in luoghi di solito non molto ampi e spaziosi? Domande che rischiano di trasformarsi in un vero e proprio incubo.

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