Responsabilità omissiva della Regione che non si è attivata concretamente nei controlli sulla fauna selvatica né ha provveduto agli abbattimenti mirati, alla caccia di selezione e all’adozione di sistemi dissauasivi che evitino il transito dei cinghiali in determinate zone. I cinghiali fanno danni, e stavolta la vittima è la Regione Molise, condannata il 30 settembre scorso, con sentenza numero 451, al risarcimento di 7mila e 200 euro in favore di un automobilista travolto, suo malgrado e come tanti altri, da un ungulato di grossa stazza mentre si stava recando al lavoro, a Termoli. È il 18 ottobre del 2017 quando, mentre percorre la Statale Sannitica, impatta contro il cinghiale, di dimensioni notevoli, che mentre gli taglia la strada, cozza con violenza contro l’automobile. Un danno da 7mila e 200 euro e fortunatamente il conducente non riporta ferite nell’impatto. Il cinghiale, subito dopo aver causato l’incidente, riesce anche a fuggire nelle campagna circostante, a riprova della stazza notevole. L’automobilista decide di chiedere alla Regione Molise il risarcimento dei danni conseguenti all’incidente stradale. Il Tribunale di Campobasso, il 30 settembre scorso, ha accolto totalmente la domanda risarcitoria e ha respinto le eccezioni della Regione Molise, rappresentata in giudizio dall’Avvocatura distrettuale dello Stato. La sentenza, nell’imputare la responsabilità omissiva della Regione, rileva come la stessa abbia, da un lato «omesso di attivarsi concretamente e fattivamente nei controlli (…) sulla fauna selvatica» e, da un altro lato, «non abbia provveduto ai cosiddetti abbattimenti mirati della stessa fauna ovvero alla cosiddetta caccia di selezione, né abbia provveduto ad adottare un qualunque sistema di dissuasione al loro transito in determinati ambiti». Regione Molise condannata quindi a risarcire l’automobilista dei 7mila e 200 euro, oltre al pagamento delle spese legali.

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