Aumentano i contagi, aumenta il pressing degli amministratori locali sulla regione. Di pari passo con la paura e la tensione che si cominciano a registrare nelle comunità interessate dal numero crescente di casi di Sars-Cov2.
«Qualche sindaco – spiega il presidente della Regione Donato Toma – ha deciso di sottoporre i concittadini allo screening sierologico. Una decisione che darà indicazioni sulla circolazione del virus e che magari contribuisce a dare anche un elemento di tranquillità».
Come in altri momenti, quelli più duri della pandemia, qualche amministratore ha sentito il governatore per capire se ci fossero gli estremi per dichiarare la zona rossa. «La zona rossa serve a contenere il contagio, riducendo le possibilità di spostamento da un determinato comune verso il resto del territorio, non protegge quel comune intendo. Al momento, con le restrizioni che sono già in vigore, mi riferisco anche al recente obbligo di indossare la mascherina all’aperto, io non credo che ci troviamo nelle condizioni di cinque mesi fa», aggiunge Toma.
I sindaci potrebbero da soli istituire una zona rossa, ma è naturale che si confrontino col presidente della Regione e alla fine dovrebbe essere lui a disporla con ordinanza. «Non firmo mai ordinanze senza aver chiesto il parere alla Asrem. Comunque, ripeto, mesi fa c’era anche la difficoltà di reperire i dispositivi, ricordate? Adesso non è così. Non solo: le persone sono più attente, sono più abituate a tenere comportamenti che limitano la diffusione eventuale del contagio. Decisioni più drastiche le prenderemmo se all’interno di un cluster si registrasse un’impennata, o se non lo controllassimo. In questi giorni registriamo numeri che sono fastidiosi e preoccupanti, questo sì. Ma è una situazione che avevamo previsto: i rientri dalle vacanze, la scuola. Ed è una situazione da contenere e che stiamo contenendo – sottolinea Toma – Per adesso osserviamo, tracciamo i contatti e trattiamo il Covid. Se necessario, attuerò altri provvedimenti che però al momento non ritengo applicabili».
Non ci sta, poi, Toma a restare in silenzio davanti agli attacchi delle minoranze, qualche giorno fa le critiche ad esempio del segretario regionale del Pd Facciolla. «Non è vero che il Molise è indietro rispetto alle altre regioni e non certo solo da noi ci sono le file per i tamponi. Anzi, altrove ce ne sono di più lunghe. Abbiamo lavorato bene e stiamo lavorando bene per fronteggiare questa emergenza e mi dispiace che solo per motivi politici questa regione venga dipinta come l’ultima d’Italia. Non è così. A partire dagli screening sulla popolazione. Presto – annuncia – partirà quello su magistrati e dipendenti dei tribunali finanziato dalla Regione».
r.i.

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