Un Covid hotel per ogni provincia. È l’obiettivo del governo nazionale che ha fatto il punto ieri con i presidenti di Regione e i rappresentanti di Anci e Upi nella riunione in videoconferenza convocata dal ministro Francesco Boccia.
Ai lavori anche il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Al centro del confronto, quindi, il rafforzamento delle reti sanitarie e i Covid hotel. Boccia ha dato incarico ad Arcuri di «attivarsi immediatamente, d’accordo con le Regioni e i Comuni, per mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid hotel che serviranno a ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare».
Il ministro ha evidenziato la possibilità di utilizzare anche le strutture militari. In alcuni casi i pazienti che non hanno il tampone negativo rimangono in ospedale pur senza avere ancora bisogno di cure e per questo è necessario poter avere a disposizione locali dove far trascorrere loro la quarantena in sicurezza.
«Ho attivato le nostre strutture in modo da rispondere con celerità alla richiesta formale dell’ufficio del commissario Arcuri», conferma il governatore Toma. Entro la giornata di oggi a suo giudizio la pratica dovrebbe essere completata.
Quanto al lockdown leggere a cui il governo sta lavorando, ci si muove – spiega il Corriere – su tre livelli. Quello delle ordinanze del ministro Speranza, intanto, che oggi stabiliranno i colori delle fasce in cui rientreranno le Regioni. Poi quello delle ordinanze regionali: ieri tre Regioni – Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto – hanno varato provvedimenti simili, coordinando interventi a cui Speranza ha già dato il suo via libera. Infine, le misure restrittive prese dai sindaci.

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