Resi noti venerdì sera e illustrati ieri mattina, i dati sul report settimanale elaborati dalla Cabina di regia premiano il Molise, unica regione d’Italia con una classificazione complessiva di “rischio moderato”.
Venti Regioni/Province autonome – si legge nel rapporto che prende in esame la settimana dal 2 all’8 novembre «sono classificate a rischio alto e una» – il Molise, appunto, «a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, configurando, di fatto, su tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia».
La probabilità dunque che le cose possano cambiare (in peggio) anche per la XX regione è stata messa nero su bianco dagli scienziati dell’Istituto superiore si sanità, che insieme ai tecnici del ministero della Salute elaborano il report.
Una probabilità nota a chi vive in Molise e segue con apprensione l’andamento quotidiano della pandemia, l’elevato numero di decessi, le difficoltà ad eseguire il tampone, soprattutto quello di controllo, l’affollamento dell’ospedale di riferimento per il Covid (il Cardarelli di Campobasso), la carenza di personale, l’alto numero di operatori sanitari infettati, l’utilizzo promiscuo delle ambulanze. Tutti fattori che, per quanto mitigati dai vertici della Regione e da quelli dell’Azienda sanitaria, producono evidenti criticità con cui, tutto sommato, si riesce ancora a fare i conti.
L’indice Rt in Molise è sceso a 1.32, rispetto a 1.88 della settimana precedente.
Secondo Franco Locatelli del Consiglio superiore di sanità e Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, «c’è una decelerazione che andrà confermata. Cala l’indice di Rt e siamo al quarto giorno di fila (ieri, ndr) con un calo anche delle terapie intensive. Ieri (venerdì, ndr) le terapie intensive erano cresciute di 60 unità, 89 il giorno prima, 110 tre giorni fa e 122 quattro giorni fa. Cominciamo a vedere in maniera chiara e inequivocabile una decelerazione che deve essere motivante ad andare nella direzione di riuscire col contributo di tutti a far flettere la curva epidemica».
Per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, «le misure adottate dal governo funzionano», ma è necessario «non allentare la tensione. Dobbiamo portare» l’indice «Rt sotto 1 il più rapidamente possibile. Questa settimana possiamo censire una riduzione del parametro Rt che non si traduce in un calo della curva. Da un lato c’è indicazione che le misure funzionano, ma il numero di casi è ancora significativo per cui non si deve allentare la tensione. L’età mediana dei casi di contagio da coronavirus sta lentamente crescendo. L’obiettivo – ha concluso Brusaferro – deve essere quello di portare l’indice di contagiosità Rt al di sotto di 1 il più rapidamente possibile. Questo per evitare un’onda lunga di casi», che poi si traduce in ricoveri in area medica e terapia intensiva.
Intanto il governo sta lavorando alle nuove misure per poter poi allentare la morsa in occasione del prossimo Natale: valore dei nuovi contagiati su tamponi effettuati (Rpt) pari al 10% e indice di trasmissione Rt almeno a 1, sono i due obiettivi da raggiungere in vista del Dpcm che dovrà entrare in vigore il 3 dicembre (data di scadenza di quello in vigore).

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