Tempi lunghi nelle decisioni e incertezza nella catena di comando. Il presidente della Regione Donato Toma ha ribadito a Skytg24 ieri sera i motivi per cui da mesi ha chiesto «la sospensione del commissariamento della sanità in Molise».
Una sua battaglia, quella per riattribuire le competenze alla Regione (come avvenuto nel caso dei suoi predecessori che sono stati presidenti e commissari), che aveva ingaggiato appena eletto. Ma che ora, ha detto, è divenuta prioritaria. Un esempio dei disagi che il commissariamento provoca? Per Toma, il fatto che in Molise i laboratori privati – in particolare quelli di Neuromed e Gemelli – non sono stati ancora autorizzati a fare i tamponi. «Stiamo aspettando da dieci giorni – ha detto a Sky – e ancora non c’è il decreto». Dopo una riunione dell’unità di crisi qualche settimana fa sembrava cosa fatta, invece tuttora nulla. «Finirà che tra poco faccio io l’ordinanza», ha proseguito Toma ieri sera.
Una tabella riepilogativa sul Molise lo vede come regione che non ha problemi di saturazione degli ospedali, 12° su 21 per i tamponi e 11° per i decessi. Non va così male nonostante il commissariamento, la domanda da studio al governatore. Che però ha ripetuto che a suo parere l’incertezza sulla catena di comando in emergenza è un problema. Ricordando che per l’accordo con medici e pediatri sui test antigenici ha ‘ordinato’ al commissario di firmare il protocollo.
Sul Cardarelli, poi, ha affermato che oltre a quelli di area medica già attivi possono essere allestiti altri 20 posti.
Fra gli altri argomenti toccati, la comunicazione ad Arcuri sull’indicazione dei depositi in cui in Molise potranno essere conservati i vaccini Covid. «Ieri o l’altro ieri abbiamo definito le comunicazioni, l’Unimol in particolare ha dei locali idonei e anche altre strutture».

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