Nuova ordinanza del ministro della Salute Speranza: Calabria, Lombardia e Piemonte da zona rossa passano all’arancione, Liguria e Sicilia ‘scendono’ al primo gradino di allerta, contraddistinto dal colore giallo. L’ordinanza sarà in vigore da domani.
Dunque, l’Italia – dopo i risultati del monitoraggio settimanale – si presenta così: arancioni sono Calabria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Friuli; gialle invece Liguria, Sicilia, Sardegna, Lazio, Molise, Veneto, Provincia autonoma di Trento; rosse Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Abruzzo, Campania, Valle d’Aosta.
L’indice di contagio in Italia, nella settimana dal 16 a 22 novembre, è sceso a 1.08 contro l’1.18 della settimana precedente, con 10 regioni che hanno già un indice inferiore a 1, ossia sono ufficialmente in discesa.
La bozza del report di monitoraggio ministero della Salute-Iss, che sarà illustrato stamane in conferenza stampa, segnala anche che «17 Regioni al giorno 24 novembre avevano superato almeno una soglia critica in area medica o terapia intensiva. Nel caso si mantenga l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni o Province autonome hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese».
Le regioni con Rt inferiore a 1 sono: Calabria (0.92), Lazio (0.88), Liguria (0.76), Marche (0.93), Piemonte (0.89), provincia autonoma di Trento (0.81), Puglia (0.99), Sardegna (0.71), Umbria (0.74), Valle d’Aosta (0.99). Hanno Rt uguale o superiore a 1, invece: Abruzzo (1.06), Basilicata (1.21), Campania (1), Emilia Romagna (1.07), Friuli Venezia Giulia (1.09), Lombardia (1.17), Molise (1.17), provincia autonoma di Bolzano (1), Sicilia (1.04), Toscana (1.2), Veneto (1.2).
Il Molise, quindi, è rimasto giallo ma l’indice di trasmissibilità è ancora uno dei più alti: è lo stesso della Lombardia e solo Basilicata, Veneto e Toscana fanno ‘peggio’.
La velocità di trasmissione sta rallentando e per la prima volta da molte settimane l’incidenza calcolata negli ultimi 14 giorni è diminuita a livello nazionale. Dati incoraggianti ma l’incidenza rimane tuttavia ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile. Inoltre, dieci regioni restano classificare a rischio alto e sette a rischio moderato ma con probabilità elevata di progressione.
Per questo il monitoraggio conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone.

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