Sono 305 i nomi dei medici «caduti nel corso dell’epidemia di Covid-19», e i molisani. Nome, specializzazione e data di nascita: così nell’elenco pubblicato dalla federazione nazionale. «C’è scritto dermatologo, pediatra, medico di medicina generale, odontoiatra. Non se lavorava da dipendente o era un libero professionista», rimarca Domenico Coloccia che guida la commissione odontoiatri dell’Omceo di Campobasso.
Ugualmente indifesi nel rischio, ugualmente colpiti: per questo l’Ordine non accetta più la discriminazione nell’accesso all’unica arma disponibile oggi per battere la pandemia, vale a dire il vaccino. E per questo non parteciperà più all’unità di crisi regionale sul Covid finché non si risolverà questo problema.
Problema che deriva, lo spiega la presidente Carolina De Vincenzo, dall’impostazione del piano vaccinale nazionale: in prima fascia i medici del pubblico e delle strutture convenzionate, ma gli studi professionali privati sono comunque autorizzati dalle Regioni e, soprattutto negli ultimi anni, sono anzi più consultati dai cittadini per via delle carenze della sanità pubblica. Quindi, a contatto coi pazienti: esposti al rischio contagio e a loro volta probabili ‘vettori’. In molte Regioni si sta autonomamente provvedendo a correggere il tiro. «A Fermo la campagna vaccinale per i liberi professionisti e i dentisti è conclusa», dice. Aggiunge Coloccia: «Anche a Caserta e a Napoli, senza andare lontano, li si sta vaccinando».
In Molise, nonostante le numerose richieste al presidente della Regione, alla struttura commissariale, alla direzione Salute e ai vertici Asrem, l’unica risposta è stata che bisogna aspettare cosa dice Arcuri. «Siamo indignati per la scarsa considerazione del ruolo. L’attuale dirigenza Asrem – sottolinea De Vincenzo – neppure per cortesia istituzionale ha risposto alle nostre note, alle note di un Ordine che rappresenta 2mila professionisti. Ed è un errore grave considerare un privilegio il vaccino ai medici, non è la richiesta di una categoria bensì una strategia di salute pubblica».
Se tutto l’ospedale va vaccinato, dall’anestesista all’operaio che si occupa delle caldaie, inoltre, lo stesso deve valere per gli studi. Che, invece, anche nel caso della campagna per i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta (che è quasi del tutto completata) sono rimasti fuori per ora.
«Il piano nazionale è un appiglio per i governatori, che sono sempre meno, che non vogliono vaccinare i liberi professionisti. Che noi siamo a rischio lo si evince anche dal fatto che dall’inizio della pandemia ci è stato chiesto di limitare le prestazioni a quelle indifferibili», ancora Coloccia. Un peccato, perché in Molise coi suoi piccoli numeri «si poteva programmare meglio».
Invece, per esempio, il 17 dicembre il governatore ha chiesto gli ordini la disponibilità di medici volontari vaccinatori. Inviato l’elenco, non se ne è saputo più nulla. «Una insopportabile umiliazione, abbiamo pagato un prezzo troppo alto per non essere degnati nemmeno di una risposta», dice il vicepresidente dell’Ordine Giuseppe De Gregorio. «Senza dimenticare che la metà delle guardie mediche sta continuando a lavorare senza aver ricevuto la somministrazione del vaccino».

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