In Italia al 18 febbraio scorso la prevalenza della variante inglese era del 54,0%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0% e il 93,3%, mentre per quella brasiliana era del 4,3% e per la sudafricana dello 0,4%. La stima arriva dalla terza flash survey condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Nessun sequenziamento, fra quelli effettuati, ha rilevato in Molise la brasiliana e la sudafricana. Ma il valore più alto della prevalenza della inglese (93,3%) si è registrato proprio qui. Un dato macroscopico, considerando che in Sardegna, seconda percentuale in Italia, il dato è al 75%. Segue la Liguria (72,7%), poi la Lombardia (64,3) e la Campania (59,3). In Abruzzo, la prevalenza è sotto la media nazionale: 50,8%.
Per l’indagine l’Italia è stata suddivisa in quattro macroaree, il Molise è nella quarta (sud e isole). Preso a riferimento il 16 febbraio e calcolato il totale dei casi notificati quel giorno nella macroarea e l’ampiezza campionaria si è determinato il numero di campioni positivi da analizzare per ciascuna regione in relazione a quelli totali della macroarea interessata.
Riguardo al Molise, 114 campioni inviati e 15 sequenziati: sulle 15 sequenze, 14 casi di ‘Voc’. La variante che fa registrare casi di contagio maggiori anche tra giovanissimi e bambini. In Molise, per esempio, un neonato di Agnone e un piccolo di 15 mesi di Pozzilli.
Il 10 febbraio scorso il primo responso dello Zooprofilattico di Teramo: in Molise circola la ‘Voc’. Una settimana dopo, questo emerge dalla flash survey dell’Iss, la prevalenza è al 93,3%. Numeri piccoli, oscillazioni grandi: si è sempre detto, pure per l’Rt, e vale anche in questo caso. Un po’ di jella? Allo Zooprofilattico e poi all’Iss sono stati inviati tamponi che per caso erano tutti ‘Voc’? Sarà. Ma nella tabella pubblicata sul sito del ministero della Salute i profani leggono che il SarsCov2 del momento in regione è quasi totally Uk.
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