Ex esponente dei Radicali ed ex assistente parlamentare della deputata di Iv Giuseppina Occhionero, Antonello Nicosia è stato condannato dal gup di Palermo a 16 anni e 8 mesi di carcere per di associazione mafiosa e falso. L’accusa è di aver sfruttato proprio il rapporto con la Occhionero, e il contratto da collaboratore parlamentare per entrare nelle carceri italiane, incontrare i boss e portare fuori i loro messaggi.
I pm Dessì e Ferrara avevano chiesto 20 anni. A processo con Nicosia, il boss di Sciacca Accursio Dimino, condannato a 20 anni. Per due favoreggiatori, Paolo e Luigi Ciaccio, la condanna è stata di due anni e 4 mesi e di due anni.
Nicosia, 49 anni di Agrigento, venne arrestato a novembre del 2019. Paladino dei diritti dei detenuti, cui dedicava anche trasmissioni televisive, agli occhi dei più era un insospettabile.
Per i magistrati di Palermo, invece, si era costruito un paravento per nascondere il suo vero obiettivo: riuscire a incontrare i boss del 41 bis come Filippo Guttadauro, cognato della primula rossa di Cosa nostra Messina Denaro. Per la procura Nicosia era «pienamente inserito in Cosa nostra», tanto che con i mafiosi che vedeva in cella progettava danneggiamenti, estorsioni e omicidi.
Sulle spalle aveva già una condanna a 10 anni e 8 mesi per traffico di droga. In tv parlava di legalità ma le microspie della procura captavano i suoi insulti a Falcone: «È stato un incidente sul lavoro», diceva mentre arrivava all’aeroporto di Palermo. «All’aeroporto bisogna cambiare il nome… Non va bene Falcone e Borsellino… Perché dobbiamo arriminare (girare, ndr) sempre la stessa merda».
Occhionero non è stata coinvolta nel filone per associazione mafiosa. È però sotto processo, è stata rinviata a giudizio a ottobre scorso, per falso. Avrebbe dichiarato falsamente, in diverse attestazioni indirizzate alle case circondariali di Agrigento, Sciacca e Palermo che, nel dicembre del 2018, Nicosia «prestava una collaborazione professionale diretta, stabile e continuativa», mentre solo in un secondo momento e dopo quelle ispezioni i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione. I suoi avvocati Giovanni Bruno e Giovanni Di Benedetto a ottobre si sono detti certi che il giudice monocratico «darà atto della assoluta liceità della condotta posta in essere dalla nostra assistita», che è «del tutto estranea ad addebiti relativi a contesti mafiosi».
Sulla condanna di Nicosia, anche il commento del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra: «C’eravamo occupati in Commissione Antimafia del caso dell’ex esponente dei Radicali Nicosia, oggi condannato a 16 anni e 8 mesi. Ed avevamo capito che dove prevale la dabbenaggine domina la mafia. Oggi ne abbiamo avuto conferma!».

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