Cala del 3% il numero delle opere incompiute sparse sul territorio italiano. È quanto emerge da una elaborazione del Centro Studi Enti Locali basata sui dati forniti dalle regioni e preparata per l’Adnkronos. Al 31 dicembre 2022 erano 367 le opere in stallo, contro le 379 dell’anno precedente. Per completarle occorrono più di 1,4 miliardi di euro. Ciò che non cambia è la collocazione geografica di questo lungo elenco di lavori non portati a termine nei tempi previsti. La lista delle incompiute è caratterizzata infatti, così come lo scorso anno, da una netta prevalenza delle regioni del sud che ne ospitano sette su 10 (262); quelle localizzate nelle regioni del centro Italia sono 54 (15% del totale); 40 sono al nord (11%). Le restanti undici opere al palo sono di competenza delle amministrazioni centrali.
Nella maggior parte delle regioni italiane il numero delle opere incompiute è rimasto invariato o è calato rispetto all’anno precedente. Le uniche in controtendenza sono state la Campania, passata da cinque a nove opere (+80%), l’Emilia Romagna (+33%, da 6 a 8) e la Liguria (+50%, da due a 3 opere).
Per opere incompiute – spiega il Csel – si intendono lavori il cui termine contrattualmente previsto per l’ultimazione è passato e che sono rimasti in stallo per problemi di non facile o immediata risoluzione. In vetta alla classifica c’è la Sicilia che si conferma come la Regione più italiana con il numero più in alto di incompiute visto che i progetti che risultano essersi arenati, al 31 dicembre 2022, sono 138, il 38% del totale (267).
In Molise le opere sospese sono passate da 10 a 11 e in cima all’anagrafe delle incompiute più onerose c’è sempre il ‘nuovo ospedale’ di Agnone: per completarlo servirebbero 42 milioni. Lo scorso novembre la mastodontica struttura, progettata alla fine degli anni ’80 per servire un bacino di utenza di oltre 30mila abitanti a cavallo tra Molise e Abruzzo e costata oltre dieci miliardi delle vecchie lire, è stata recintata e messa in sicurezza: circa 41mila euro il costo dei lavori eseguiti da una ditta del posto incaricata dall’Asrem. Al secondo posto delle opere al palo c’è la provinciale 59 Fresilia: per il completamento del tratto che va da Civitanova del Sannio a Sprondasino servono 40 milioni di euro. I fondi per il terzo lotto rischiano però di essere riprogrammati e dirottati su altri progetti.
Come per il 2021, anche per il 2022 il Molise continua a detenere il record del più alto importo pro-capite degli oneri per l’ultimazione dei lavori delle opere pubbliche incompiute. L’elaborazione del Csel mostra infatti come – relativamente alla esigua popolazione della XX regione – sulle spalle dei molisani gravano oneri pari a ben 422 euro pro-capite (per un totale di oltre 122 milioni di euro). Una cifra completamente fuori scala rispetto al resto del Paese, posto che in Sardegna – che è la regione che lo segue nella classifica basata su questo parametro – il dato degli oneri per ultimazione lavori si traduce in 139 euro per abitante.

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