Che il clima sia cambiato è ormai una realtà inconfutabile ma che anche a dicembre bisogna ricorrere al razionamento dell’acqua deve far riflettere. Ad affermarlo è Coldiretti Molise che, prendendo spunto dalla decisione del Comune di Agnone, candidata a diventare Capitale italiana della cultura nel 2024, di sospendere l’erogazione di acqua dalla mezzanotte alle sei del mattino, ritorna sull’annoso problema della gestione delle risorse idriche.
«Quello della riduzione di disponibilità di acqua, per uso agricolo, civile e industriale, è un problema che va affrontato con la massima urgenza ed efficacia – afferma il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – I cambiamenti climatici in atto ci stanno abituando ad annate sempre più secche, con poca neve ed eventi atmosferici estremi, fatti spesso di violenti nubifragi che impediscono al terreno di assorbire lentamente l’acqua e dunque ricaricare le sorgenti; causando altresì il dilavamento dei terreni, con evidenti danni alle colture, ed accentuando il dissesto idrogeologico di cui gran parte della nostra regione soffre. A ciò – prosegue Ascolese – si aggiunga la fatiscenza delle reti idriche che è causa di un’altissima dispersione di acqua (il caso Agnone è emblematico, ndr) prima che questa possa giungere a destinazione».
Da anni Coldiretti chiede di attuare politiche in grado di razionalizzare l’uso dell’acqua proponendo la realizzazione, su base nazionale, di piccoli invasi che possano fungere da riserve cui attingere in periodi di siccità per usi sia civili che industriali ed agricoli. A riguardo proprio per l’Alto Molise, Domenico Lanciano, responsabile dell’Università delle Generazioni, torna su un vecchio cavallo di battaglia il quale prevede la fattibilità di progettare e realizzare un bacino artificiale nella vallata del Verrino. Ed ancora, sempre per Agnone, in molti si domandano che fine abbia fatto il minuzioso studio di monitoraggio sulle dispersioni messo in campo dall’allora giunta Carosella che vide l’ex vice sindaco, Maurizio Cacciavillani aver risolto parte dell’annoso problema. «In questo quadro di riorganizzazione della risorsa idrica, fondamentale è il ruolo dei Consorzi di Bonifica – rimarcano da Coldiretti -. Non va infatti dimenticato che fra le molteplici funzioni di questi Enti vi sono, oltre alla distribuzione delle acque a prevalente uso irriguo, anche la tutela del territorio e la realizzazione di interventi in materia di difesa del suolo; attività fondamentali non solo per le attività aziendali ma anche per le popolazioni che vivono nelle zone rurali di loro competenza». In Molise la situazione di maggiore difficoltà la sta vivendo da anni il Consorzio del Basso Molise, nato dalla fusione dei due Consorzi di Larino e Termoli. «Con una situazione debitoria di oltre 20 milioni di euro e la mancanza di un Piano di risanamento chiesto più volte da Coldiretti ma mai elaborato – conclude il direttore Ascolese – appare difficile che l’Ente consortile possa tornare ad operare in maniera efficiente nel breve periodo, tanto a supporto del settore agricolo che dell’intera collettività». In definitiva Coldiretti Molise si rivolge alla nuova classe dirigente regionale, che ha fatto del cambiamento il proprio modus operandi, «affinché si possano attuare interventi tempestivi ed efficaci, per fronteggiare i cambiamenti climatici ed assicurare un corretto ed efficace utilizzo delle risorse idriche a tutti i livelli».

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