È semplice, gratuito, funziona e può salvarti la vita. È lo screening del carcinoma del colon retto i cui esami si faranno nel laboratorio Analisi del “San Francesco Caracciolo” di Agnone. È quanto stabilito dall’Asrem che ha deciso di spostare le apparecchiature da Termoli, dove veniva effettuato fino a poche settimane fa, nel presidio altomolisano il quale garantirà i risultati della campagna di prevenzione su scala regionale. Il test del carcinoma del colon retto è inserito in Italia tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e le linee guida europee e ha lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce accrescendo la possibilità di cura e guarigione. È rivolto a tutti i residenti in Molise che sono in una fascia di età il cui rischio di ammalarsi di questo tumore è più alto.
«Si tratta di un percorso organizzato – afferma Renato Meo, responsabile dei laboratori Analisi di Isernia e Agnone – infatti l’Asrem non offre solamente un test di screening, ma attraverso richiami periodici la persona viene seguita nel tempo. Tutte prestazioni previste nel percorso dello screening del sangue occulto sono gratuite – aggiunge il camice bianco – non richiedono il pagamento di alcun ticket e non è necessaria la ricetta del medico di famiglia. Inoltre, è scientificamente provato che fare la ricerca del sangue occulto fecale ogni due anni dopo i 50 anni – rimarca Meo – può salvare molte vite».
La nuova disposizione dell’Asrem voluta dal direttore generale Gennaro Sosto, dal direttore sanitario Antonio Lucchetti, nonché dal primario Bruno Moncharmont, riconosce la bontà e la professionalità del lavoro svolto dal laboratorio di Analisi di Agnone, ottimamente diretto da Renato Meo. Si tratta di un segnale, seppur piccolo, che intende rilanciare l’offerta della struttura altomolisana da anni attanagliata da tagli e mancanza di personale.
«La delocalizzazione di tale esame in una struttura periferica come può essere quella Agnone – riprende Meo – deve essere letta in maniera sicuramente positiva. Ciò dimostra la volontà dell’Asrem di continuare ad investire sul Caracciolo i cui servizi vanno e devono essere migliorati senza ombra di dubbio. È questo un primo passo e mi auguro che in futuro ne possano seguire altri. Per il momento – conclude Meo – un grazie sento di rivolgerlo ai vertici della struttura regionale e al primario Moncharmont con la speranza di ripagare la loro fiducia sul campo».
Il programma di screening dei tumori del colon retto prevede che ogni due anni le persone appartenenti ad una fascia di età compresa tra i 50 e 69 anni (uomini e donne), ricevano una lettera dall’Asrem con relativo kit. Una volta rispedita la provetta (questa volta al Caracciolo dove si eseguiranno gli esami), da Campobasso arriverà la risposta. Se il test risulterà positivo (cioè evidenzia la presenza di sangue occulto nelle feci), la persona sarà contattata dall’Asrem ed invitata ad eseguire specifici esami di approfondimento.

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