Non è tutto oro quello che luccica. Questa frase sintetizza il pensiero di Andrea Di Paolo, noto sindacalista di Agnone, che commenta l’attenzione mediatica riservata al Molise, nei giorni scorsi, dalla stampa internazionale e italiana.
«Un articolo del Nyt che invita a visitare il Molise a livello mondiale come meta per il 2020 sicuramente è una pubblicità e nessuno lo mette in dubbio – esordisce Di Paolo -. La transumanza, le verdi praterie, le montagne, il mare, siti archeologici, manifestazioni e buona cucina, tutto bello per chi legge. Stressati dalle città metropolitane, inquinamento, cementificazioni e tecnologie confusionarie, ecco che nel lettore sale l’emozione e la voglia di staccare la spina, andare in Molise? Lo ha detto il Nyt e il copia e incolla che fa da eco. Sulle bellezze naturali, gastronomiche e storiche è la verità. Noi che il Molise lo abbiamo nel sangue sappiamo bene che significa guardare un tramonto dalle montagne di Capracotta, Campitello Matese, passeggiare a piedi o a cavallo nei boschi o ammirare oltre che a raccogliere tra gli uliveti e le colline i frutti della terra. I pascoli e le spiagge che in vari casi sono da vero quadro d’autore. I caciocavalli, i brodetti di pesce e altre specialità gastronomiche sono il top». E fin qui l’analisi di Di Paolo è più o meno in linea con quella fatta dalla stampa internazionale. Ma ora viene il bello, perché il sindacalista si lancia in un elenco, purtroppo ancora parziale, di problemi e di cose che non vanno, che rendono il Molise e l’Alto Molise in particolare completamente diversi dall’immagine fiabesca tratteggiata da alcune delle maggiori testate giornalistiche del pianeta.
«Peccato che: in Molise c’è uno spopolamento apocalittico, – riprende infatti Andrea Di Paolo – con i servizi pubblici all’osso e a favore di alcuni privati e noti della politica nostrana, sanità con ospedali e servizi smantellati, trasporti da delirio, scuole dimezzate, strade assurde e ponti chiusi o impraticabili, il treno da Campobasso a Roma che al famoso 20 bis a cherosene fa da concorrenza al vaporetto della transiberiana, disoccupazione bestiale con il fallimento dello Zuccherificio del Molise, Gam, Ittierre e chi più ne ha più ne metta e altre aziende che hanno e continuano a ingurgitare soldi pubblici per poi fuggire».
Altro che favola molisana, questo sembra un film dell’orrore. Ma Di Paolo riprende il suo elenco negativo: «Scarichi in mare, antenne e pali eolici selvaggi, materiali inquinanti sotterrati, chimici. Intanto da Termoli a Venafro il tasso di mortalità dovuto ai tumori da vari anni è alle stelle, siti archeologici abbandonati, nel maggiore dei casi alcuni studi provengono da volontari, studenti universitari o associazioni libere. In merito all’articolo dei sogni del New York Times il presidente della Regione Molise dichiara all’Ansa testuali parole: «Le cose non accadono per caso»; infatti su queste parole siamo d’accordo, naturalmente noi le riferiamo alla situazione reale di disagio che vive la popolazione e lo ripetiamo: «Le cose non accadono per caso» e aggiungiamo che questo è il risultato di una politica becera e accomodante in primis regionale che «non a caso» da anni ad oggi sta facendo tabula rasa dei diritti e della dignità dei molisani, spesso impauriti e ricattati. New York Times o no questa è la realtà per chi ci vive quotidianamente – aggiunge in chiusura Di Paolo -. Ben vengano i turisti a valorizzare quello che è rimasto di buono, ma non prendiamoci per i fondelli.
C’è il Molise per chi lo sogna; c’è il Molise per chi lo vive amaramente; c’è il Molise da cambiare». E poi c’è l’Alto Molise che sta scomparendo nel nulla, inghiottito dalla spopolamento e dalla cronica carenza di servizi.
m.d.o.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.