Farsi portavoce al dicastero delle Infrastrutture della vertenza del viadotto ‘Sente – Longo’. È quanto chiedono i cittadini di alto Molise e Vastese a Michele Marone, neo consulente giuridico del ministro Matteo Salvini. Come è noto il ponte a cavallo tra Molise e Abruzzo, opera viaria tra le più imponenti d’Europa, è chiuso da oltre quattro anni. La sua interdizione al traffico, ordinata dalla Provincia di Isernia che gestisce l’opera, ha creato danni all’economia dell’intera zona con ricadute nefaste anche sotto l’aspetto sociale. Di qui l’appello a Marone di intervenire in maniera repentina affinché Salvini possa occuparsi personalmente della vicenda.
«Il silenzio assordante che avvolge la problematica – sottolineano i cittadini del territorio – ci spingono a rivolgerci al coordinatore regionale della Lega, fresco della nomina di consulente giuridico di Salvini. A lui chiediamo di prendere a cuore le sorti del viadotto ‘Sente – Longo’ così come sta facendo per due importanti arterie quali la Bifernina e Trignina. Inutile ribadire che oggi ci sentiamo abbandonati da una classe politica regionale che puntualmente si disinteressa delle difficoltà affrontate dalle popolazioni delle aree interne già alle prese con pesanti tagli ai servizi. A riguardo rileviamo come durante l’ultimo consiglio regionale il presidente Toma alla domanda di come intende procedere sulla vertenza, sia caduto dalle nuvole e, rivolgendosi all’assessore al ramo Niro, ha chiesto di interpellare Anas.
Se dopo quattro anni – aggiungono – siamo ancora a questo, presumiamo che ci sia una scarsa volontà politica di adoperarsi per la riapertura del viadotto». Malgrado l’attualità certifichi il disinteresse della politica alla causa, i cittadini di alto Molise e Vastese non demordono. «È una battaglia alla quale non rinunceremo, ne va del futuro dell’intero territorio e di chi caparbiamente lo abita» rimarcano. Già in passato i residenti hanno attuato forme di protesta eclatanti. Non ultima quella alle scorse politiche che vide una cinquantina di elettori disertare le urne e buttare le schede dinanzi le barriere del ponte. Una notizia che fece il giro del Paese. «Siamo convinti di essere nel giusto perché parliamo di diritti negati a migliaia di persone che non meritano di essere trattati in questa maniera – concludono -. Per questo invitiamo l’avvocato Marone di perorare la causa del viadotto ‘Sente – Longo’ sui tavoli romani». Non solo. Infatti i richiedenti sollecitano Marone di invitare, alla prima occasione utile, il ministro Salvini sull’infrastruttura, capolavoro dell’ingegneria e operosità delle maestranze italiane che a fine anni ’70 realizzarono il ponte più alto d’Italia.

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