Conciliare il diritto di cronaca con l’esigenza del segreto investigativo. Ha risposto a queste prerogative la conferenza stampa che ieri mattina la Procuratrice della Repubblica di Larino Elvira Antonelli ha convocato per chiudere la prima fase dell’inchiesta sull’omicidio di Rayco Todorov, il 37enne di nazionalità bulgara barbaramente assassinato nella notte tra il 7 e l’8 febbraio scorso. Come ha rivelato ieri la Antonelli, che in conferenza ha avuto al suo fianco il colonnello Luigi Dellegrazie, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, e il sostituto Marianna Meo, che ha condotto assieme al vertice della magistratura inquirente le indagini, il decesso è avvenuto all’ospedale San Timoteo, non in ambulanza, intorno all’1.40 dell’8 febbraio. Conferenza che è servita per mettere in evidenza l’attività svolta, capace di risolvere l’enigma su chi fosse l’autore dell’aggressione, poi divenuta fatale, in appena 72 ore. Non mancavano i vertici e i militari della compagnia frentana, che hanno coadiuvato la magistratura inquirente in questi 9 giorni febbrili, che domenica scorsa hanno condotto all’arresto del 38enne Enio Amorfino, guardiano di Santa Croce di Magliano che si trova ora ristretto in carcere, dopo la convalida del fermo del Pm e l’applicazione della custodia cautelare su disposizione del gip Federico Scioli. Conferenza in cui la dottoressa Antonelli ha ricostruito la scena del crimine e descritto tutti gli atti, quelli che ha potuto chiaramente riferire, compiuti per dare un volto all’assassino del cittadino straniero residente sempre a Santa Croce di Magliano. Una cornice territoriale particolarmente bersagliata dai furti, quella quasi al confine con la Puglia, dove per il sospetto di presenze pericolose e di tentativi di azioni predatorie, ha portato a contattare il 112 nella notte tra il 7 e l’8 febbraio, quando poi il veicolo che era stato segnalato è stato trovato fermo e poco distante riverso a terra, privo di conoscenza, il 37enne che era stato aggredito con tre colpi violenti inferti al cranio. Investigazioni che proseguiranno, per mettere tutti i tasselli della vicenda al loro posto, anche stabilire la reale dinamica dei fatti, sull’origine della presenza delle persone coinvolte, vittima compresa, sul luogo dell’omicidio. Tant’è che su istanza di Procura e comando compagnia di Larino, giungeranno anche i militari del Ris. «La grandezza e il livello di queste indagini sta che a 72 ore dalla commistione del fatto le forze dell’ordine hanno eseguito il fermo della persona indiziata. Plauso alle forze dell’ordine per l’intervento immediato che hanno avuto. Interverranno successivamente i militari del Ris sui reperti – ha precisato la Antonelli, sottolineando come non sia semplice ottenerne l’operatività sul posto – una bella attività sinergica con Carabinieri nei vari livelli intervenuti e i magistrati. È intervenuta anche la Polizia di Stato che stava eseguendo delle indagini personali. E le due indagini sono andate a sovrapporsi. Alle 22.30 circa del 7 febbraio è stato chiamato il 112 per denunciare un sospetto tentato furto». La località è quella di contrada Melanico, dove c’è anche il percorso del metanodotto in costruzione. «Al loro intervento è stato rinvenuto un furgone Volkswagen bianco con targa bulgara e davanti il corpo del suo proprietario, esanime. Come ha riferito la dottoressa Cipollini dell’istituto di medicina legale di Foggia, la causa della morte è stata la lesività traumatica esterna localizzata al capo. Tre ferite lacerocontuse in testa, provocate da un oggetto contundente non compatibile con un meccanismo di caduta accidentale», informazioni rese dopo l’esame autoptico condotto proprio dall’anatomo-patologa. I fatti sono accaduti tra le 22.10 e le 22.15. Sono state sentite tutte le persone informate sui fatti e anche l’indagato trovato sul posto quando sono arrivati i Carabinieri (che non era solo, ma con dei congiunti). «Siamo ancora alla ricerca del corpo contundente», ha ribadito la Antonelli. «L’indagato è guardiano dei mezzi di cantiere del metanodotto. La vittima presumibilmente stava rubando nel cantiere. Eseguite attività tecniche anche intercettive. Sulla base degli elementi acquisiti è stato fatto il fermo del Pubblico ministero. C’erano degli elementi che lasciavano supporre alla Procura che ci fosse il pericolo di fuga, poiché era fuori provincia. Il giudice ha ritenuto che non fosse vero il pericolo di fuga ma indizi gravi per ritenere la colpevolezza e allora l’indagato ora è nel carcere di Larino in attesa di sviluppi. La squadra investigativa speciale dei Carabinieri è intervenuta e ha svolto diversi rilievi e ha acquisito le impronte digitali dell’uomo deceduto. Nei prossimi giorni ci sarà l’immediato intervento del Ris per l’analisi e l’estrapolazione dei risultati da quanto raccolto dalla Sis. Sono stati sequestrati una serie di oggetti. Le persone hanno sentito passare il camioncino e notato una voce fissa. L’uomo avrebbe chiamato la moglie dicendo di essersi perso. Non sappiamo se si conosceva con la persona fermata e sappiamo che la persona fermata aveva questo compito di guardiania di quelle aree incaricata dalla ditta che su quelle aree aveva dei mezzi di cantiere e che è passata su quelle aree nello stesso tempo concomitante con la presenza del luogo sono stati fatti una serie di acquisizioni e una serie di reperti, tra cui gli abiti che erano stati indossati dall’indiziato». Non c’è stata evidenza delle motivazioni del coinvolgimento per un procedimento parallelo della Polizia pugliese, nel commissariato di Foggia, dove Amorfino è stato chiamato a rispondere alle domande degli investigatori, «indagine peraltro del tutto tangente con la nostra», ha precisato la Antonelli. «E quindi siamo stati informati nell’ambito di un’attività che stavano svolgendo di loro iniziativa e che c’erano delle dichiarazioni che potevano essere interessanti per il nostro procedimento penale e quindi a quel punto si è deciso di invitare formalmente la persona a rendere un interrogatorio, avendo già in mano degli elementi molto forti che ci portavano a pensare che fosse lui l’autore del reato». Ora ci sarà l’acquisizione dei tabulati telefonici». La Antonelli ha ringraziati i Carabinieri di Bonefro, il Nucleo Operativo radiomobile della compagnia di Larino, i Carabinieri della compagnia di Larino e il comando provinciale dei Carabinieri con la Sis, oltre al Ris che arriverà grazie a un forte interessamento del comando provinciale e del comandante della compagnia di Larino. «Sinergia di lavoro molto bella, perché si è lavorato con grande serenità e soprattutto con grande convergenza di interessi, anche nel modo e nei tempi di intervento della Procura che è intervenuta subito sul posto. E ha continuato a lavorare e successivamente per l’acquisizione degli sconti e per la direzione delle indagini. Sono state riportate impronte sul mezzo della appartenenti alla vittima, le impronte della vittima, per eventuali riscontri sul mezzo. Naturalmente hanno raccolto le deposizioni di coloro che erano nella zona, compreso l’indagato, a cui è stata richiesta di giustificare la sua presenza». Tuttavia, il 38enne non ha mostrato alcuno stato di agitazione, era calmo. Ma l’evoluzione dell’inchiesta lo vede come principale e unico indiziato del delitto. Si attende la decisione dei legali se proporre ora istanza al Riesame.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.