È stato presentato ieri, con una conferenza stampa presso la sala civica al piano terra di Palazzo San Giorgio, il progetto Form&Job del Comune di Campobasso.
Alla conferenza stampa hanno preso parte l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Campobasso, Luca Praitano, il dirigente del settore, dottor Vincenzo De Marco, la dottoressa Raffaella Ferro e i referenti dei soggetti partner, ovvero l’associazione Dalla parte degli ultimi, Sicurform, Shomer onlus.
L’obiettivo generale del progetto Form&Job è quello di favorire, facilitare e qualificare i percorsi di integrazione dei cittadini stranieri regolarmente presenti attraverso l’organizzazione di un sistema integrato di servizi territoriali, in particolare dedicato al lavoro, integrazione, formazione/orientamento professionale e sostegno abitativo. È previsto il coinvolgimento dell’Agenzia Regionale Molise Lavoro – Centro per l’Impiego regionale al fine di garantire i percorsi di orientamento professionale e bilancio delle competenze (Fase I – Fase II) e il supporto nell’individuazione delle imprese ospitanti i tirocini/borse lavoro (Fase IV). I percorsi formativi prevedono necessariamente l’individuazione di un ente di formazione professionale, tramite procedura ad evidenza pubblica, accreditato all’albo regionale e in grado di attivare i percorsi di formazione per il rilascio di qualifiche/certificazioni (Fase II).
«Il progetto è finalizzato non solo a creare un’opportunità di inserimento socio-lavorativo per i Cittadini di Paesi terzi – ha spiegato l’assessore Praitano -, ma anche all’arricchimento (attraverso percorsi formativi e di orientamento mirati) del loro bagaglio culturale, esperienziale e conoscitivo per il raggiungimento della stabilità lavorativa ed economica, in considerazione del fatto che il contesto lavorativo è soprattutto un’occasione relazionale e che il lavoro è uno strumento necessario per combattere la marginalizzazione e la segregazione. Tutto ciò – ha aggiunto l’assessore -, garantendo, nel medio e lungo periodo, alla persona che si inserisce e al contesto gli strumenti indispensabili per favorire l’inclusione e l’integrazione sociale.
Il Comune di Campobasso – ha detto in conclusione Praitano – si avvale del supporto di realtà del settore pubblico e privato con le quali è prevista la stipula di un protocollo d’intesa aperto. Saranno coinvolte tutte le realtà no profit che operano sul territorio cittadino in favore dell’accoglienza di cittadini di Paesi terzi o Associazioni di stranieri».
In particolare si intende creare una “filiera” di formazione e lavoro (da qui il titolo della proposta “Form&Job”) che parte dall’orientamento professionale degli stranieri, all’attivazione di percorsi formativi (individuati per il rilascio di qualifiche/certificazioni di competenze spendibili nel mercato del lavoro locale) e attività lavorative/formative attraverso l’attivazione di Tirocini/borse lavoro. L’obiettivo, inoltre, è quello di offrire ai cittadini di Paesi terzi del territorio dei servizi di sostegno abitativo, per coloro che ne hanno necessità, per la durata del percorso di formazione/lavoro.
«I destinatari del progetto sono 45 cittadini di Paesi terzi regolarmente presenti sul territorio cittadino e disoccupati/inoccupati, anche tra quelli presenti nei centri di accoglienza sprar residenti, e individuati attraverso la collaborazione del privato sociale che eroga servizi/attività in loro favore e la partecipazione ad un avviso pubblico. – ha detto il dirigente del settore Politiche Sociali del Comune di Campobasso, dottor Vincenzo De Marco – Le azioni sono rivolte anche in favore di donne migranti che arrivano in Italia per ricongiungimento familiare. L’ammontare del finanziamento è di 500.000 euro, mentre la durata del progetto è di 24 mesi. Tale iniziativa prevede la complementarietà con altri interventi territoriali e quindi il supporto per tutti i progetti cittadini che aderiscono alla rete Sprar sia “ordinari” che per “minori stranieri non accompagnati” (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) del Ministero dell’Interno al fine di migliorare e garantire l’integrazione locale dei cittadini di Paesi terzi residenti anche al momento della fuoriuscita dai centri».

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